M5s, Crippa: "Conte ha disfatto il campo largo". E Grillo esautora il leader

Crippa se ne va sbattendo la porta e accusando il leader pentastellato. Il garante del Movimento esige le parlamentarie per individuare i candidati

Politica
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M5s, Crippa: "Conte ha disfatto campo largo. Dialogo con il Pd"

"Sono in una fase di riflessione profonda. La scelta che mi sono visto costretto a fare pesa molto. Vediamo cosa accade nei prossimi giorni", "con il Pd, per ovvie ragioni, c'è sempre stato un dialogo costante, anche in quel famoso mercoledì in Senato". Lo dice Davide Crippa spiegando al Corriere della Sera le ragioni del suo addio al Movimento 5 stelle. "Il problema non è la discussione che abbiamo visto in questi giorni sul vincolo dei due mandati, soprattutto per un movimento che ha derogato a molte altre regole, ma ciò che il M5S oggi è o vuole essere, una casa che non riconosco più", aggiunge Crippa.

"Sono vicino a Grillo da tempo, ho condiviso con lui ogni passo, soprattutto dallo scorso anno al momento dell'avvento di Conte come capo politico e alla riscrittura delle regole e dello Statuto del partito, tanto sofferto e dibattuto. Non mi sento tradito, semplicemente non comprendo più la strategia e le logiche che guidano certe azioni". L'errore più grande di Conte? "Disfare il progetto del campo largo progressista e la consegna della testa di Draghi alla destra". 

Grillo esautora Conte sui candidati: "Si decidono con le parlamentarie"

Intanto, come racconta il Corriere della Sera, nel M5s "Grillo non ha alcuna intenzione di cedere sul principio della territorialità, candidati che corrono solo dove hanno radici, senza paracadute nei listini proporzionali di altre regioni. Anche per questo alcuni nomi di un certo peso e di un qualche richiamo, vedi alla voce Chiara Appendino, stanno alla finestra in attesa di sapere quali saranno le regole di ingaggio. Non sfugge a nessuno che senza posti sicuri da promettere, l’acqua nella quale nuota Conte si fa sempre più bassa".

E, aggiunge il Corriere, "da statuto Grillo pretende che la selezione dei potenziali deputati passi dalla strada delle Parlamentarie, nonostante i tempi stretti. Conte chiede invece un sistema misto, che gli consenta di distribuire le non molte carte che gli rimangono in mano, calando dall’alto qualche nome a lui caro. A questo punto pare difficile che possa superare il muro del garante", conclude il Corriere.