M5s, la segreteria Conte. Taverna, Raggi, Appendino, Buffagni…ecco i nomi

Non si sa ancora se il capo politico opterà più per una struttura ristretta o allargata. In squadra rappresentanza femminile e del Nord

di Paola Alagia
Giuseppe Conte M5S
Lapresse
Politica
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“Non è un’operazione di restyling o marketing politico, ma un’opera coraggiosa di rigenerazione del Movimento, senza rinnegare il passato”. Giuseppe Conte dixit. Era il giorno - il primo aprile scorso -  del suo debutto da leader politico in pectore quando incontrò in streaming i gruppi parlamentari, ma anche sindaci, consiglieri ed europarlamentari. Bene, a distanza di oltre due mesi da quell’appuntamento, quasi archiviata la controversia con l’associazione Rousseau, per l’ex premier è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Carta dei principi, nuovo Statuto ma soprattutto nuova organizzazione. Una struttura, richiamando sempre le parole di Conte, “che ci aiuti a definire con chiarezza la linea politica”. Anche nell’ottica di non ritrovarsi un Movimento balcanizzato dalle correnti.

Facile a dirsi, però. Soprattutto dopo il lungo periodo di quasi anarchia vissuto dal M5s. Ed è anche per questo che le scelte da compiere, come racconta ad Affaritaliani.it una fonte qualificata Cinque stelle, “non sono semplici”. La bussola rimane “la collegialità”. E sarà il principio ispiratore quindi anche della segreteria che dovrà affiancare e coadiuvare il lavoro del leader. “Ma posto questo punto fermo, anche sulla segreteria al momento ci sono due correnti di pensiero sulle quali ancora lo stesso Conte non ha sciolto le riserve. Fare una segreteria ristretta, con al massimo quattro componenti, o più allargata, fino a otto membri?”. Tuttavia, questo non è il solo nodo da dipanare. L’ex presidente del Consiglio, infatti, dovrà riuscire anche a fare il giusto mix di competenze, volti noti del Movimento e donne.

Chi c’è al momento nella rosa dei nomi? L’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, come racconta al nostro giornale chi è vicino al dossier, “è tra i papabili. Rientrare nell’organigramma del Movimento, tra l’altro, non le dispiacerebbe”. In effetti, l’ex titolare del dicastero di viale Trastevere è molto attiva in questo periodo. Oltre che in perfetta sintonia con Conte. Fresca di un viaggio in Sicilia, una due giorni di visite tra Catania e Siracusa, aveva annunciato la sua trasferta in Trinacria in un post su Facebook:Mi sembra l’immagine migliore per descrivere il viaggio del nuovo Movimento cinque stelle. Mollati tutti gli ormeggi che ci frenavano stiamo finalmente partendo. Ora siamo in mare aperto, ma l’approdo è lì davanti a noi. E ci sono grandi aspettative”.

Ma non è l’unica donna che scalpita. “Anche la vicepresidente del Senato Paola Taverna - spiffera una fonte parlamentare M5s – non disdegnerebbe affatto di entrare in squadra. Sarebbe un modo per riacquistare visibilità e per rilanciarsi, visto che il ruolo istituzionale, per forza di cose, l’ha un po’ oscurata”. Tra le donne, però, si fa pure il nome del viceministro all’Economia Laura Castelli, molto vicina a Luigi Di Maio. Lo stesso ministro degli Esteri, come raccontano al nostro giornale, “è scontato che faccia parte della nuova struttura, ristretta o allargata che sia, visto il peso che ha all’interno del M5s”.


Ma tornando alle donne pentastellate in lizza, la rivoluzione che ha in mente Conte punta pure a colmare le lacune con il territorio. Non a caso, si susseguono le voci di un ingresso in segreteria della sindaca di Torino Chiara Appendino, seppure, la prima cittadina è ancora autosospesa dal Movimento. Lei stessa comunque non chiude rispetto all’ipotesi di un coinvolgimento: “Se ci saranno le condizioni – ha detto – non farò mancare il mio contributo”.

Sempre ragionando di rappresentanze territoriali, “il discorso è aperto pure su Virginia Raggi.  Conte - continua la fonte parlamentare – sa bene che con la sindaca di Roma allargherebbe il suo consenso popolare e, dettaglio non da poco, si coprirebbe sul versante Di Battista”.

In realtà, la nuova segreteria dovrà cercare di non scoprirsi neppure al nord. “Il nome che si fa a tal proposito è quello Stefano Buffagni. Con lui sarebbe assicurata la rappresentanza del settentrione”. Il deputato lombardo, tra l’altro, come raccontano da più parti ad Affari, aspirerebbe ad entrare nella ‘stanza dei bottoni’. In queste ore, però, stanno circolando pure i nomi di altri due parlamentari: quello di Riccardo Ricciardi, deputato di fede fichiana e quello di Mario Turco, senatore molto vicino stavolta proprio all’avvocato di Volturara Appula. Turco, però, raccontano al nostro giornale, “alla Camera soprattutto sarebbe un nome poco digeribile. Oltre a scontare proprio l’estrema vicinanza al futuro capo politico”. Lo stesso discorso che si fa del resto per l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, legato da sempre all’ex presidente del Consiglio. “Non solo – aggiunge chi è vicino al dossier -, ma da capodelegazione nel precedente governo ha creato diversi malumori”.

Se su un altro fedelissimo di Conte come il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, il problema di un ingresso nella segreteria non si pone, “dal momento che, di fatto, ricopre già il ruolo di una sorta di capodelegazione nell’attuale esecutivo”, la partita rimane aperta, invece, sulla presenza nella struttura degli eletti all’Europarlamento. E qui quello che si profila è un vero e proprio derby tra Dino Giarrusso da un lato e Fabio Massimo Castaldo, dall'altro. Insomma, il puzzle è ancora tutto da comporre. A Conte il compito di provare per primo a “lanciare il cuore avanti” a “non cedere all’istinto di sopravvivenza”, come aveva chiesto ad aprile ai portavoce del M5s, per vedere l’effetto che fa...