M5s, no al terzo mandato: non solo Di Maio. Via in 80, anche Fico a Toninelli

Se dovesse passare la linea di Grillo il Movimento verrebbe totalmente rivoluzionato. Polemiche e accuse, la situazione è degenerata

Politica
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M5s, il caos sul terzo mandato. Rischiano il posto molti big

L’ultimo scontro nel M5s si consuma sulla regola del doppio mandato, vale a dire il divieto per i pentastellati di svolgere più di due mandati in Parlamento. Sulla carta sarebbero tutti d’accordo ma dopo il crollo alle elezioni comunali la discussione su uno dei capisaldi del ‘non partito’ è diventata il terreno di polemiche e accuse. Sono un’ottantina i parlamentari del M5s che non potrebbero rientrare in Aula, non c'è solo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a rischiare il taglio. Ma ci sono anche Federico D’Incà, la ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone, la viceministra all'Economia Laura Castelli, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia.

Tra i deputati, una cinquantina, tra cui il presidente della Camera Roberto Fico. Poi il capogruppo Davide Crippa, l’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, l’ex ministro delle Riforme Riccardo Fraccaro, la presidente della commissione d'inchiesta sulle banche Carla Ruocco, il presidente della commissione Politiche Ue Sergio Battelli, il presidente della commissione Affari costituzionali Giuseppe Brescia, il questore Francesco D’Uva, il tesoriere M5s Claudio Cominardi. Una trentina i senatori, tra cui il primo capogruppo proprio a Palazzo Madama, Vito Crimi, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, l’ex ministro Danilo Toninelli, il questore Laura Bottici e il presidente della commissione Bilancio Daniele Pesco.