Manifestazione pro Israele, Roma scende in piazza. Presenti molti politici
Il sit-in a Roma, in migliaia contro l'antisemitismo, piazza del Popolo blindata. Presenti molti leader politici: Salvini, Calenda, Tajani, Conte e Schlein
Manifestazione pro Israele, Roma scende in piazza. Presenti molti politici
Una guerra va, l’altra viene. In Ucraina si va verso la pace e la visibilità di Zelensky scompare mentre il suo posto viene preso da Netanyahu. La guerra in Ucraina cede il passo perché è una guerra sostanzialmente locale mentre quella in Palestina è globale, perché dietro c’è una guerra di religione e sulla visione del mondo. Una guerra che mette in campo i valori della democrazia, cioè il fondamento dell’Occidente.
Così ieri sera, in una piazza del Popolo blindatissima dalle misure di sicurezza, si sono radunate circa 2.500 persone molte avvolte nella bandiera israeliana bianco - celeste con la stella di David, qualcuna con la bandiera arcobaleno della pace. Più che dire no alla guerra i presenti volevano dire no all’antisemitismo che sta risorgendo in tutta Europa. Victor Fadlun, Presidente della Comunità ebraica romana, ha aperto l’incontro con una dichiarazione che ha squarciato il gelo della notte romana: “Questa è una piazza grande come grande e il cuore degli italiani. Per questo abbiamo scelto Piazza del Popolo. Noi vogliamo fare una ferma condanna al terrorismo e all’antisemitismo purtroppo dopo gli eventi del 7 ottobre l’antisemitismo ha rialzato la testa sia in Italia che nel resto del mondo occidentale”.
Sul palco c’erano: Matteo Salvini, Roberto Gualtieri, Carlo Calenda, Antonio Tajani, Ignazio La Russa, Gennaro Sangiuliano. Tra i manifestanti c’erano invece Giuseppe Conte e Elly Schlein, anche questa volta impegnati nella poco nobile arte del cerchiobottismo, visto che non vorrebbero scontentare nessuno per lucrare qualche voto in più. Ma non sfugge che Giuseppe Conte guida il Movimento Cinque Stelle, che ha soffiato prima a Luigi Di Maio e poi a Beppe Grillo, e i pentastellati sono nella stragrande maggioranza pro Hamas, basta guardare l’attivismo di Alessandro Di Battista. La Schlein invece vive una doppia contraddizione perché oltre ad essere alla guida –come segretaria- di un partito, il Pd, da sempre filopalestinese è anche lei stessa ebrea, tanto che il padre ex colono a Gerusalemme, l’ha criticata.
L’intervento più coinvolgente l’ha fatto il ministro delle Infrastrutture e del Lavori pubblici e anche vicepremier, Matteo Salvini. “Grazie perché questa piazza rappresenta la vittoria della democrazia contro la paura. Perché il primo risultato che il terrorismo vuole raggiungere è la paura. Basta guardare i blocchi stradali della Polizia di Stato che proteggono questa Piazza per una manifestazione che magari poteva offendere qualcuno. Saremo veramente un Paese libero quando le bandiere di Israele potranno sventolare in Piazza del Popolo senza la protezione della Polizia e dei carabinieri”.
Poi Salvini ha continuato: “Sono le 8 di sera, l’ora del Tg1, di quando le famiglie cenano e si dovrebbe parlare di cose serene. Ed invece il New York Times di oggi riporta le testimonianze di quei volontari che hanno vissuto quei giorni d’ ottobre. ‘Il corpo di una donna aveva vari oggetti nei propri organi femminili. In un altro caso i genitali femminili erano così mutilati che non si capiva se fosse un uomo o una donna. Ad alcune donne giovani ed anziane avevano sparato nella vagina ed al seno’”. E qui una pausa di riflessione in un silenzio irreale, dovuto all’estrema attenzione del pubblico presente. Ha ripreso poi Salvini: “Io penso che la condanna di qualsiasi tipo di violenza nei confronti di qualsiasi tipo di donna non possa riconoscere distinzioni di ‘se’ e ‘ma’. Il 7 ottobre si è compiuta una carneficina che deve essere condannata senza distinzione”.
Questa precisazione per sottolineare come i politicizzati movimenti femministi italiani abbiano spesso glissato sulle donne ebree violentate e mutilate, come se appartenessero ad una sorta di serie B femminile. E poi il finale: “Non dobbiamo avere paura di affermare il diritto all’esistenza di Israele ed è incredibile dovere difendere il diritto all’esistenza di uno Stato e di un popolo nel 2023”.