"Valerie Pécresse può conquistare la Francia", intervista a Maria Latella

Il primo appuntamento settimanale di Affari Italiani con la popolare giornalista sui temi dell'attualità politica

Di Angelo Maria Perrino
Maria Latella
Politica
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Maria Latella, anchorwoman di Skytg24, editorialista per il Messaggero e conduttrice della domenica mattina di radio 24 con ben due programmi, Il caffè della domenica e la molto amata “Nessuna è perfetta”, da sette anni il programma dedicato alla parità di genere e al lavoro, ha uno speciale interesse per la Francia. In parte perché lì vive il marito, il pubblicitario britannico Alasdhair Macgregor Hastie e in parte per ragioni professionali: sin dall’inizio ha seguito I dialoghi italo-francesi nati dalla collaborazione tra la Luiss e Sciences Po.

Il prossimo 15 dicembre proprio alla Luiss Latella modererà un importante appuntamento al quale parteciperanno Vincenzo Boccia, Paola Severino e, si dice, anche esponenti dei due governi. Emmanuel Macron e Mario Draghi sono tra gli invitati a intervenire, sia pure da remoto. Proprio sullo scenario politico francese, in enorme fermento, affaritaliani.it ha dialogato con la popolare giornalista.

Maria Latella, su Il Messaggero di qualche giorno fa lei ha scritto che la novità Valerie Pécresse potrebbe davvero impensierire l’attuale presidente Emmanuel Macron. Perché?

“Fino ad oggi Valerie Pécresse, présidente della regione Île de France, non împensieriva nessuno. I suoi competitor del  partito Les Républicains, Éric Ciotti, Xavier Bertrand e Michel Barnier, sembravano più attrezzati per sostenere la campagna elettorale. Invece, a sorpresa, lei li ha sorpassati tutti, e ora ha dalla sua il partito perché sia Bertrand che Barnier si sono schierati dalla sua parte. La partita si fa interesssante e meno scontata di quanto si prevedeva".

Finora la novità di questa appena iniziata campagna elettorale era stato Eric Zemmour, il giornalista ebreo di origine berbera molto popolare, firma del Figaro e vedette della tv CNews...

"Zemmour è popolare, è vero, ma anche molto divisivo. Lo si è visto anche sabato scorso, nel suo primo comizio da candidato del suo partito battezzato 'Reconquête' (Riconquista). Ci sono stati scontri in platea con i gruppi 'antifa' ed è probabilmente solo l’inizio di quel che accadrà ogni volta che Zemmour parlerà in pubblico. Un clima incandescente di solito allontana gli elettori moderati, vedremo come si orienterà l’opinione di quella Francia di destra che, fino ad ora, sembrava stanca di Marine Le Pen e non aveva ancora trovato un punto di riferimento ne Les Républicains".

Ci si e’molto interrogati sul "cui prodest" la candidatura di Zemmour. C’è chi dice che alla fine danneggia la Le Pen e dunque aiuta Macron…

"Noi giornalisti siamo i primi ad amare le dietrologie che poi critichiamo. Per ora è troppo presto valutare persino il peso che il partito di Zemmour potrà avere alle elezioni. Stiamo parlando della prossima primavera e finora, ripeto, uno dei partiti in campo non aveva ancora espresso il suo candidato. Ora che i giochi sono definiti, guardiamo ai singoli attori: a sinistra il partito socialista schiera Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi, ma i sondaggi non sembrano incoraggianti. A destra Eric Zemmour infiamma le piazze più di Marine Le Pen, pesca in un elettorato più metropolitano di quello lepenista ma alla fine non troppo distante. I moderati finora avevano nel presidente Macron il solo punto di riferimento ma ecco con l’arrivo di Valerie Pécresse qualcosa cambia”.

Valerie Pécresse però è molto meno conosciuta di Macron...

“Anche Macron all’inizio della campagna elettorale era sconosciuto ai più. Ricordo che all’inizio i miei amici a Parigi sostenevano 'Non prenderà un voto fuori dal settimo arrondissement'. Invece, complice l’inchiesta giudiziaria che mise fuori gioco Fillon, piano piano, copertina dei settimanali people dopo copertina, Macron riuscì nel miracolo. E qualche mese dopo i suoi deputati di En Marche sbaragliarono le vecchie glorie dei partiti perfino in Savoia. Valerie Pécresse ha esperienza politica, è stata 'allevata' da Jacques Chirac. Zemmour l’ha subito attaccata su questo: 'Sarà bugiarda come il suo mentore Chirac'. Ma secondo me è una critica che non attacca: Chirac e ‘stato un presidente nonostante tutto e fino all’ultimo molto popolare”.

Nel suo commento per Il Messaggero lei però scrive: “Non è sicuro che il fattore D, il fattore Donna,  non sia un ostacolo per la Francia profonda". Perché?

"Non abbiamo prova del contrario, però. Il fattore D potrebbe  essere anche quel 'boost' di novità di cui l’elettorato francese segnala il bisogno. Mi limito ad osservare che in Francia candidate all’Eliseo ci sono ben tre donne: Anne Hidalgo, Marine Le Pen e ora Valerie Pecresse. In Italia se ne parla come se fosse un’esercitazione accademica o un gioco di società. Senza che qualcuno ci creda davvero”.