Marina Berlusconi furiosa con Meloni. E così Tajani non è più "governista"

Nel mirino la tassa sugli extraprofitti delle banche

di Redazione
Marina Berlusconi e Giorgia Meloni
Politica

"Al Senato senza i voti di Forza Italia la norma non passa..."

 

L’ordine è arrivato nei giorni scorsi con una telefonata da Arcore: cambiare la norma. A Marina Berlusconi, già rimasta delusa dal mancato intervento del governo sui magistrati di Firenze che indagano sulle stragi del 1993, quel colpo al patrimonio di famiglia non è piaciuto. Lo scrive il Fatto quotidiano ripreso da Dagospia.

La tassa sugli extraprofitti bancari approvata dal governo va a colpire anche Mediolanum, istituto posseduto al 30% dai Berlusconi, e quindi Fininvest: sui 395,8 milioni di utili della holding nel 2022, ben 158 arrivano da Mediolanum. È per questo che Marina […] ha alzato la cornetta e ha telefonato ad Antonio Tajani, vicepremier di Forza Italia. L’ordine è stato quello di insistere per modificare il decreto approvato in Consiglio dei ministri. Così il ministro degli Esteri ha iniziato a farsi sentire denunciando la mancata condivisione della norma e annunciando modifiche in Parlamento.

Uno scontro che non è passato inosservato in maggioranza visto che fino ad oggi il ministro degli Esteri è stato il capo dell’ala “governista” di Forza Italia: se da giorni alza i toni con l’esecutivo significa che ha avuto un richiamo dall’alto, cioè dalla famiglia Berlusconi, e che qualcosa tra Marina e Giorgia Meloni “si è rotto”, dice un dirigente azzurro.

[…] Così in Forza Italia si stanno studiando degli emendamenti per restringere ancora il perimetro della tassa. Una norma ad bancam è improbabile e non sarebbe digerita dagli alleati. La strategia […] è quella di attenuare il prelievo per tutti gli istituti fornendo un aiutino anche a Mediolanum.

Il primo emendamento, già annunciato da Tajani, mira ad escludere le banche popolari e del credito cooperativo mantenendo il prelievo una tantum solo per le 12 banche sottoposte alla vigilanza della Bce. Il secondo, chiesto dall’Abi di Antonio Patuelli, mira rendere la tassa fiscalmente deducibile, come avviene già per Ires e Irap. Una mossa che, secondo le stime di Unimpresa, porterebbe a un calo del gettito di circa 900 milioni (ma al Tesoro dicono 500 o 600). Anche Mediolanum ovviamente ne beneficerebbe.

Un’altra ipotesi […] è di perimetrare la tassa sull’attivo “ponderato” e non su quello totale. […] l’idea è fare uno sconto alle banche più solide, quelle che hanno messo più capitale a copertura dei rischi: più sei stato “prudente”, meno paghi.

L’indice più usato in questo ambito è il cosiddetto Cet1 (Common equity tier 1), un coefficiente che indica il grado di patrimonializzazione dei vari istituti e non è un caso che Mediolanum dichiarasse al 30 giugno un Cet1 tra i più alti in Europa, pari al 21,5% […].

Insomma, sarebbe un bello sconto per la banca legata alla famiglia Berlusconi. Problema: se la deducibilità […] ha qualche probabilità di passare, quest’ultima norma difficilmente supererà il vaglio del Mef. Una fonte di governo spiega che l’obiettivo della tassa non era Mediolanum – che anzi sarà colpita in misura minore visto che aveva già alzato i tassi per i depositi bancari – ma soprattutto che in questo modo si finirebbe per svuotare di senso la norma.

Tanto più […] che il gettito finale non può scendere troppo – ora sono previsti quasi 2 miliardi – e che Fratelli d’Italia non vuole modifiche sostanziali. […] I berlusconiani minacciano sfaceli se Meloni deciderà di non ascoltarli: il decreto partirà dal Senato dove FI è decisiva per i numeri della maggioranza. “Senza i nostri voti la norma non passa...”, minaccia un dirigente azzurro.

Tags:
berlusconi meloni