Mattarella boccerà il premierato. Il vero scontro tra Quirinale e Chigi

Nel mirino del Capo dello Stato il premio di maggioranza, già bocciato due volte dalla Corte Costituzionale

Di Alberto Maggi
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Politica

Mattarella era un giudice della Consulta quando il 4 dicembre del 2014 venne cassato il Porcellum di Calderoli

 

"No all'assolutismo della maggioranza". Le parole di Sergio Mattarella fanno molto discutere all'interno del Centrodestra e del governo. Qualcuno in Fratelli d'Italia e nella Lega parla del Capo dello Stato come del "vero leader dell'opposizione". Anche se altri sottolineano come il Quirinale, nonostante l'appello del Movimento 5 Stelle, abbia appena promulgato pochi giorni fa la contestata legge Calderoli sull'autonomia regionale differenziata.

E dunque? Nell'inner circle meloniano a Palazzo Chigi le parole dell'inquilino del Colle vengono lette come una puntualizzazione forte e decisa sul premierato e sulla riforma costituzionale ora all'esame della Camera dopo il primo via libera del Senato. Il fortissimo timore nell'entourage della presidente del Consiglio è che Mattarella possa rimandare indietro alle Camere il testo sull'elezione diretta del premier per la parte sulla legge elettorale ovvero sul premio di maggioranza indicato direttamente nella Carta.

E' vero che dal testo sono state tolte le percentuali ma scrivere che chi vince avrà la maggioranza assoluta demandando poi i dettagli alla legge elettorale potrà creare non pochi problemi di costituzionalità. Anche e soprattutto per le due sentenze della Corte Costituzionale che hanno bocciato prima il Porcellum e poi l'Italicum proprio per l'eccessivo premio di maggioranza. E attenzione, Mattarella era un giudice della Consulta quando il 4 dicembre del 2014 venne cassato il Porcellum di Calderoli.

Quindi le parole del Presidente  sono un vero e proprio avvertimento alla maggioranza e al partito di Meloni che più spinge per il premierato. Sarebbe certamente un incidente clamoroso che porterebbe a una rottura totale tra Quirinale e Palazzo Chigi con conseguente rischio paralisi dell'azione di governo con una tensione elevatissima. Qualcuno in Fratelli d'Italia potrebbe addirittura evocare l'impeachment per Mattarella con l'ipotesi delle dimissioni di Meloni e il ritorno al voto per puntare sul presidenzialismo all'americana.

Uno scenario forte ma che prende corpo in ambienti della maggioranza e dell'opposizione. Il testo però è stato già votato a Montecitorio e il Centrodestra non ha assolutamente voglia di perdere altro tempo con nuove modifiche. Si tira dritto e le conseguenze di vedranno e si valuteranno quando e se davvero il Colle rispedirà la riforma istituzionale al Parlamento.