Mattarella si dimette. Nordio al Quirinale. Rumor scuote il Palazzo

Mattarella pronto a lasciare dopo i primi due via libera alla riforma costituzionale che introduce l'elezione diretta del premier

Di Alberto Maggi
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Politica

Come ministro della Giustizia in corsa Bongiorno e Delmastro

 

Un rumor. Un boato. Una voce. Un'ipotesi, soprattutto, che circola insistentemente nei Palazzi del potere e che fa discutere i capannelli di deputati e senatori a Montecitorio e a Palazzo Madama. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, finora in assoluto e totale silenzio sul disegno di legge di riforma costituzionale varata dal governo Meloni e che andrà presto in prima Commissione al Senato (Affari costituzionali), potrebbe dimettersi dopo il primo via libera alla riforma, laddove non subisse sostanziali modifiche sul passaggio che riguarda il Capo dello Stato, da parte di entrambi i rami del Parlamento (il primo passaggio è quello fondamentali, l'altro solo di ratifica finale).

Calendario alla mano, visto che Giorgia Meloni vuole assolutamente l'ok di Palazzo Madama prima delle elezioni europee (e già pensa al referendum confermativo come ha affermato ad Affaritaliani.it) si parla dell'autunno del prossimo anno, probabilmente tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre. Mattarella - stando alle insistenti voci che circolano in Transatlantico - rispetta le prerogative dell'esecutivo e del Parlamento e non entra nel merito di una proposta di legge, anche se riforma della Carta.

Ma, stando ai rumor, non condivide la soluzione del premierato così congeniata e avrebbe preferito o il modello francese del semi-presidenzialismo o quello tedesco del cancellierato. E così, se i rumor fossero confermati, la risposta arriverebbe con i fatti: dimissioni, ma solo dopo il via libera - a maggioranza assoluta ma non qualificata - da parte di entrambe le Camere. Un gesto forte, per certi versi clamoroso, ma che qualcuno nel Pd ritiene "inevitabile", anche per tentare di dare un segnale alla maggioranza nella speranza che cambi idea e si fermi. E anche un segnale ai cittadini con l'obiettivo di dare una spinta al no al quasi certo, praticamente sicuro, referendum.

E il Centrodestra che cosa farà? Il piano è già pronto. Tramontata l'ipotesi di Ignazio La Russa presidente della Repubblica, troppo divisivo e dal passato ingombrante missino, il nome del Centrodestra per il Quirinale tra dodici mesi sarebbe quello dell'attuale ministro della Giustizia Carlo Nordio. Che la stessa Meloni lanciò come possibile Presidente quando poi, naufragato ogni accordo, nella passata legislatura si andò alla rielezione di Mattarella. E in Via Arenula come Guardasigilli? Giulia Bongiorno della Lega se il Carroccio otterrà un buon risultato alle Europee (dal 12% in su) o la promozione del sottosegretario di Fratelli d'Italia Andrea Delmastro, meloniano doc.