Meloni alle prese col dopo Fitto. Totonomi: Leo in pole per le deleghe del Pnrr, agli Affari Europei invece...

L'idea della premier è quella di tenere a Palazzo Chigi le materie più delicate, FdI vuole sostituirlo con suoi uomini. Ma FI pressa

di redazione politica
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Meloni studia il dopo-Fitto. Ma c'è anche l'incognita Santanchè

La nomina di Raffaele Fitto (quasi ufficiale) come vicepresidente dell'Ue, fa gioire Meloni ma pone anche una nuova questione per il governo, la sostituzione del ministro per gli Affari Europei con le deleghe per il Pnrr. Per la delega agli Affari comunitari, che in un primo momento Meloni sembrava intenzionata ad assumere ad interim, - in base a quanto risulta a La Stampa - crescono le quotazioni dell’ex ambasciatrice e direttrice del Dis Elisabetta Belloni. Ma le quattro deleghe dell’oggi ministro (Coesione, Sud, Affari europei, Pnrr) potrebbero essere divise in due pacchetti. Con quella al Pnrr destinata a rimanere saldamente a Palazzo Chigi, gestita da Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. È quella più delicata, in vista della settima rata del piano, in dicembre, e soprattutto delle restanti dieci da qui a metà 2026. Per questo, si fa il nome di Maurizio Leo, il viceministro dell'Economia.

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Anche se Forza Italia - riporta Il Corriere della Sera - è convinta di aver giocato un ruolo importante nella designazione di Fitto. E lo dice forte la vicesegretaria azzurra Deborah Bergamini: "È un successo di cui ha merito Antonio Tajani". La faccenda della successione a Fitto è complicata anche dall’inchiesta giudiziaria che coinvolge la ministra del Turismo Daniela Santanché. La settimana prossima è prevista l’udienza a Milano che potrebbe portare al rinvio al giudizio per falso in bilancio sul caso Visibilia. Se così fosse, Santanché potrebbe essere spinta alle dimissioni e Meloni si troverebbe costretta a sostituire due ministri e a salire al Colle per discutere con il capo dello Stato il rimpasto di governo, cosa che la premier ha fin qui cercato di evitare.

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