Meloni flop in Europa, sfuma il piano di governare anche a Bruxelles

Ursula bis con la stessa maggioranza dopo le Europee 2024. Ecco perché

Di Alberto Maggi
Politica

Numeri e veti politici bloccano l'avanzata del Centrodestra in Europa

 

Un progetto che sfuma giorno dopo giorno. Un progetto che in molti danno già per tramontato. L'obiettivo di cambiare la maggioranza in Europa e portare il Centrodestra al potere relegando le sinistre all'opposizione è destinato, quasi certamente, a fallire. Ne sono convinti in molti, a microfono spento, anche nella maggioranza di governo. Prima di tutti i numeri. Una fetta importante del Partito Popolare Europeo, in particolare la Cdu-Csu tedesca e i Paesi del Nord, non hanno alcuna intenzione di allearsi con la destra, come ha anche detto in Italia Antonio Tajani ("Mai con Afd e Le Pen"). Nonostante i sondaggi in Germania diano la destra in forte ascesa proprio ai danni dei cristiano-democratici.

Certo, ci sono i Conservatori di Giorgia Meloni, che tutti i sondaggisti danno in forte crescita verso il 30%, ma Ppe ed Ecr (i Conservatori) non hanno i numeri per governare da soli. Servono anche i liberali guidati in Europa dal presidente francese e leader di En Marche! Emmanuel Macron. Ma c'è un altro problema, in Ecr ci sono gli spagnoli di Vox, guidati da Santiago Abascal, stretti alleati di Meloni e che domenica alle Politiche iberiche potrebbero fare il botto e andare al governo. Ma anche qui vale lo stesso discorso fatto per Afd e Le Pen. Una parte importante del Ppe non vuole assolutamente allearsi con gli eredi di Franco (così vengono considerati da molti gli spagnoli di Vox).



E quindi il puzzle non ha soluzioni e la prospettiva che in molti danno per certa è quella di un bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue, magari anche grazie all'appoggio dei Verdi (avendo fatto una politica molto green in questi anni). D'altronde non ci sono solo i numeri. Il tema è anche politico. Meloni punta a fare con Gianfranco Fini e a trasformare la destra di FdI in un partito moderato e conservatore, vedi i viaggi in Tunisia con Von der Leyen e Rutte. Ma non può nemmeno lasciare, specialmente sul tema dei migranti, tutta la parte identitaria e nazionalista di destra alla Lega e Salvini.

E infatti nell'ultimo Consiglio europeo la premier si è schierata con Polonia e Ungheria dicendo di capire il loro no alla ricollocazione dei migranti che sbarcano in Italia. Il piede in due scarpe non è facile da tenere, soprattutto con la competizione della Lega a destra (alle Europee si vota con il proporzionale e quindi tutti contro tutti). Perciò Meloni non può nemmeno spingere troppo verso il centro, malgrado i buoni rapporti con Manfred Weber (leader del Ppe), per non perdere l'alleanza con Polonia e Ungheria (e non solo). Insomma, il quadro si complica e tutto porta al bis di Ursula e di nuovo a una maggioranza Ppe, sinistra, liberali e magari Verdi.

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