Governo, dal Regno Unito venti di ottimismo: ora anche il Guardian strizza l'occhio a Meloni
Elogi da uno dei giornali liberal più autorevoli ed ascoltati al mondo
Giorgia Meloni e Keir Starmer
Ed è solo l’ultimo di una lunga serie
Tra i grandi organi di stampa mancava forse solo Il Guardian, uno dei giornali liberal più autorevoli ed ascoltati al mondo, a parlare di Giorgia Meloni. E lo fa con un lunghissimo editoriale di una delle sue firme di punta Alexander Stille. Who is real Giorgia Meloni? (chi è davvero Giorgia Meloni?), è il titolo del pezzo, dove viene definita come un “politico pragmatico e capace”, che in due anni “ha sorpreso molte persone". Il pezzo raccontando il percorso della premier italiana, soprattutto sul piano internazionale, ne parla come di una stella politica emergente.
“A capo di un partito tradizionalmente ostile all'Unione Europea, Meloni ha invece lavorato a stretto contatto con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e ha fatto le necessarie concessioni per ottenere i finanziamenti dell'UE per la sua agenda interna. È emersa come una delle sostenitrici più affidabili dell'Ucraina, sorprendente data la tensione del sentimento pro-Putin tradizionale nella destra europea, e ha convinto il suo connazionale ideologico, l'ungherese Viktor Orbán, ad approvare finalmente gli aiuti militari dell'UE all'Ucraina.” Dice Stille nel suo pezzo. Il giornalista riconosce poi la sua autorevolezza raggiunta a livello internazionale, ricevuta con tutti gli onori alla Casa Bianca ( “Con la sua credibilità guadagnata a fatica, Meloni è riuscita a uscire dalla cella neofascista in cui i suoi critici hanno cercato di confinarla”).
Il giornale britannico, fondato nel 1821 a Manchester, parla poi delle polemiche nate intorno ai presunti legami con esponenti neofascisti e nostalgici, ma sottolinea anche la irrilevanza della cosa, denotando come il suo lavoro in Italia e all’estero abbia dimostrato nei fatti la sua capacità e la sua distanza da quel tipo di cultura. “La vera Giorgia Meloni è una fascista nascosta o una democratica conservatrice? Potrebbe non importare. Meloni è, soprattutto, una politica abile e disciplinata che è salita al potere conquistando territorio al centro-destra. Lei e il suo partito hanno aumentato la loro quota di voti dal 2% al 26% in pochi anni, e non è stato facendo appello all'estrema destra o promettendo un'avventura autoritaria”. L’articolo dimostra che l’editorialista del giornale si è ben documentato anche con lunghe chiacchierate, come racconta, con i suoi più stretti collaboratori ( Fazzolari?, Mantovano?) che definisce “ intelligenti e riflessivi", con idee conservatrici ma ben lontane da quelle estreme per esempio di Donald Trump.
Il Guardian cita anche l'omaggio che la premier ha voluto quest'anno per commemorare la scomparsa di Giacomo Matteotti, ucciso dal regime fascista nel 1924. Stille scova anche un piccolo retroscena che forse pochi anche in Italia conoscono, e riguarda il nome del partito, che inizialmente la Meloni voleva fosse “ Noi Italiani” , ma che poi Rampelli, suo mentore, volle cambiare in Fratelli d’Italia. La vera sfida che si presenta alla premier italiana sarebbe ora quella di “mantenere l’energia dell’outsider mentre è al potere”. L’articolo poi apre il capitolo della politica migratoria intrapresa dal governo italiano, a cui ora anche la Gran Bretagna guarda come ad un modello, dopo la visita del premier Starmer a Roma la settimana scorsa. “Come capo del governo, ha proceduto su due binari separati: lavorando pubblicamente per fermare l'immigrazione illegale da un lato, mentre dall'altro, triplicando il numero di lavoratori stranieri che i datori di lavoro italiani possono assumere. Il suo governo ha anche reso molto più difficile ottenere asilo, spingendo più persone nell'economia sommersa”.
Insomma l’editoriale pare proprio configurarsi come un’autorevole riconoscimento al ruolo centrale che la premier italiana sta assumendo sulla scena internazionale. Ed è solo l’ultimo di una lunga serie.