Meloni non segua la deriva del Papeete: venda subito la Rai e lasci perdere le polemiche
La sindrome del Papeete sembra stia colpendo anche la Presidente del Consiglio, ma lei potrebbe sparigliare le carte
Giorgia Meloni Rai 02 -
Meloni non segua la deriva del Papeete: venda subito la Rai e lasci perdere le polemiche
Abbiamo riconosciuto a Meloni alcuni meriti in questi anni, primo fra tutti la scelta di una netta collocazione atlantica, anche a costo di generare malumori all’interno della sua maggioranza. Altro merito, aver lasciato correre l’economia concludendo alcune operazioni di indubbio successo come l’operazione ITA con Lufthansa e lo scorporo della rete TIM a favore del fondo KKR (alla faccia del sovranismo!). Peccato quindi che la sindrome del Papeete sembra stia colpendo anche Meloni. Il tutto è partito dal ko alla von der Leyen, una scelta che nella sostanza ha escluso l’Italia dal gioco delle commissioni che contano senza calcolare il fatto che a breve entreremo in procedura di infrazione, insomma una scelta poco scaltra, lei che scaltra ha dimostrato di esserlo. Poi l’ingenuo attacco all’Europa come responsabile delle conclusioni dell’annuale rapporto della Commissione sullo stato di diritto in Italia e nel resto della UE. Meloni ha perso l’occasione per dare un segnale di lungimiranza, ha preferito invece inseguire le sirene salviniane contro la UE. Se fosse stata ben consigliata avrebbe realizzato che le conclusioni del rapporto che evidenziano, semplicemente, le posizioni dei diversi portatori di interesse (fra cui i giornali con ovvie critiche da parte di qualcuno sulla libertà di informazione) sono più o meno le medesime del precedente rapporto quando al governo non c’era Meloni, allora però la stampa governativa (quella che ora invece ha scatenato la cagnara) non proferì parola. Meloni ha avuto un assist e non l’ha giocato, peccato.
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Quale migliore occasione per sparigliare le carte e avviare finalmente, ad esempio, la vendita della Rai che non serve a niente? Una Rai fuori dai giochi della grande informazione (ferma al vespismo), che ci fa vedere il tiro a segno alle Olimpiadi ma che ci nega i grandi Slam di Tennis, che ci fa vedere la peggiore nazionale di calcio della storia e ci nega da decenni la formula Uno e la Moto GP dove abbiamo campioni nazionali invidiati nel mondo. Meloni accetti la stampa che conta poco o nulla, lasci stare la UE, si lasci consigliare da chi legge i dossier, lasci alla sinistra le battaglie spuntate, non insegua Salvini nelle sue battaglie perse (ultima delle quali il disastro dei trasporti in Italia). Meloni non si impelaghi nel dibattito sulla natura sessuale degli atleti, lasci al Cio e al mondo dello sport e soprattutto a chi è competente su questi temi di enorme complessità. Infine Meloni di fronte alla strage di Bologna impari a restare in silenzio e rispetti una sentenza definitiva. Non si esponga alla polemiche nelle quali le attribuiscono un filo lungo che lega la sua matrice politica con quella strage, non risponda alle provocazione della separazione delle carriere come parte di un progetto eversivo (sciocchezza assoluta). O perlomeno eviti questa loquacità proprio il giorno dell’anniversario della strage.