Migranti in Albania, il governo non si ferma ma rallenta. Il rischio di danno erariale preoccupa

L’idea di Meloni è quella di prendere tempo e attendere il pronunciamento della Corte Ue

di redazione politica
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Migranti in Albania, il governo cambia strategia e prende tempo

Lo scontro tra governo e magistrati continua. Dopo il secondo stop imposto dai giudici per i migranti diretti in Albania e fatti tornare in Italia, ora la premier Meloni valuta la prossima mossa. È stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a ribadire di non aver alcuna intenzione di fermare gli accompagnamenti in Albania, linea condivisa con la presidente del Consiglio. Ma l'idea dell'esecutivo adesso è quella di rallentare, non certo di bloccare il progetto. Si cerca di prendere tempo in attesa del pronunciamento della Corte Ue.

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Le ultime sentenze della sezione Immigrazione del Tribunale civile di Roma, prima con la mancata convalida dei trattenimenti dei migranti e poi con la sospensiva del provvedimento senza il parere dei magistrati europei che si sono tradotti in un ordine di riportarli in Italia da persone libere, hanno imposto - in base a quanto risulta a Il Corriere della Sera - una riflessione tanto che ieri sia al Viminale sia a Palazzo Chigi ci sono state riunioni tecniche per analizzare le eventuali conseguenze. E alla fine si è convenuto sulla necessità di rallentare, anche per non rischiare la contestazione di danno erariale.

I documenti ufficiali - prosegue Il Corriere - parlano di 134 milioni all’anno per il mantenimento delle strutture che arrivano dunque a 670 milioni in cinque anni. Costi che, questa la linea del Viminale, sono nettamente inferiori "a un miliardo e 700 milioni di euro l’anno spesi per la prima accoglienza straordinaria". Denaro di cui i giudici contabili potrebbero chiedere giustificazione, anche tenendo conto dell’impiego di circa 300 uomini delle forze dell’ordine italiane che sono impiegati nelle strutture in Albania, oltre ai costi per il mantenimento delle strutture, che sono pienamente operative anche se senza migranti da gestire, ma soprattutto quelli dei viaggi via mare da organizzare in pochi giorni per riportare queste persone indietro, dopo il pronunciamento contrario dei giudici.

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