Migranti, Soumahoro non è più credibile: attacchi anche dalla "sua" Africa

Sulle sue pagine social la giornalista Maria De Lourdes Jesus ha criticato pesantemente Aboubakar Soumahoro

Di Giuseppe Vatinno
Soumahoro
Politica

Migranti, Aboubakar Soumahoro e l'attacco della giornalista africana

Gian Antonio Sella, nel Corriere, ha riportato la notizia che sulla sua pagina social la giornalista Maria de Lourdes Jesus ha criticato pesantemente Aboubakar Soumahoro. Si tratta di una nota giornalista africana di Capo Verde che giunse giovane e poverissima a Lisbona come domestica dove si laureò e divenne giornalista. In Rai è ricordata per l’innovativo programma del TG2 “Nonsolonero” che condusse dal 1988 al 1994 e che dava voce alla realtà dell’immigrazione. Tra l’altro MLJ è anche la zia di Willy Monteiro Duarte, che fu ucciso a Colleferro.

Scrive la giornalista: "Eh no, Soumahoro, non ti puoi permettere di continuare a fare il 'poverino' e metterti a piangere spettacolarizzando in questo modo ridicolo il tuo vittimismo. (...) Sei riuscito a riportare alla ribalta, e soprattutto nei mezzi di comunicazione, temi riguardanti lo sfruttamento degli immigrati, il razzismo, la richiesta della legalizzazione e la cittadinanza ai figli di immigrati... Sei riuscito a entrare nel Parlamento italiano infrangendo il tetto di cristallo. Sei entrato nella storia di questo Paese e con te il mondo dell’immigrazione, fondamentale soprattutto per i giovani della comunità africana che vedono in te se non la certezza almeno la speranza di un mondo migliore anche per loro. Che tristezza... Onorevole Soumahoro, lei rappresentava un’immagine molto bella e positiva dell’Africa e degli africani in Italia. Un’immagine vincente che ci rendeva tutti molto orgogliosi. Si rende conto del danno che ha causato all’immagine degli africani in questo Paese? (...) No onorevole, lei non si può permettere di spargere lacrime nei social. Lo faccia privatamente, per favore".

Tecnicamente si tratta di una vera e propria tranvata che il deputato africano riceve in piena faccia. La giornalista infatti non solo stigmatizza il suo comportamento ma fa giustamente notare il danno ricevuto alla causa dell’immigrazione. Un po’ come sta succedendo con Ultima Generazione che con il suo agire sconsiderato sta nuocendo gravemente alla causa dell’ambiente. Ma torniamo al caso del deputato, noto fra l’altro per aver imbrattato il Parlamento con degli stivali lordi di fango.

Questa volta infatti a Soumahoro è preclusa la sua tradizionale (e comoda) via di fuga e cioè quella del razzismo, visto che le critiche ora provengono da una persona nera, proprio come lui. Una persona, tra l’altro, che ha fatto una durissima gavetta per conquistarsi “un posto al sole” senza mai vantarsi e pavoneggiarsi come invece ha sempre fatto Soumahoro, rendendosi antipaticissimo ai cittadini. Ricordiamo quando si è paragonato a Martin Luther King oppure a Nelson Mandela o ha zittito la premier Meloni richiedendo il “Lei” e facendo notare che lui era laureato (e la Meloni no).

Il razzismo è la facile copertura in cui si scappa davanti alle proprie responsabilità e non stiamo rivangare tutta la notissima vicenda che tiene banco da mesi facendo concorrenza a Covid e guerra in Ucraina. La domanda che molti si fanno è perché Soumahoro non sia indagato, mentre lo sono la moglie e la suocera.

Dopo l’autorevole sfogo di Maria de Lourdes Jesus chissà cosa diranno i vari garantisti ad oltranza, come Piero Sansonetti o Iuri Prado sostenitori della sballata tesi del razzismo che in questa vicenda non c’entra assolutamente niente. Soumahoro è stato al centro dell’attenzione mediatica non perché nero, ma perché “non poteva non sapere”, sempre che non emerga un suo coinvolgimento diretto nelle note vicende. Nel frattempo Soumahoro ha lasciato Verdi e Sinistra Italiana dove l’avevano improvvidamente depositato Bonelli e Fratoianni ed è atterrato nel Misto. Sarebbe bello che il deputato di colore facesse un ulteriore passo e cioè si dimettesse dall’alta carica che rappresenta in nome e per conto dell’intero Popolo italiano che in lui non si riconosce affatto.

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