Misteri di Kiev, caccia al colpevole del flop del viaggio di Giorgia Meloni

Il colpevole del viaggio di Giorgia Meloni? L'ambasciata di Washington nel mirino, ma...

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Giorgia Meloni, viaggio flop in Ucraina: oscurata da Biden

Il viaggio a Kiev martedì scorso di Giorgia Meloni è stato, dal punto di vista diplomatico e mediatico, un clamoroso flop perché è coinciso esattamente con quello di Joe Biden, Presidente degli Stati Uniti. Infatti la presenza del Presidente americano ha oscurato completamente quella del Premier italiano e non poteva essere che così data la diversa rilevanza internazionale dei due. In genere questi eventi sono programmati per tempo, anche se farlo in periodo bellico espone a molte incertezze; tuttavia nell’entourage diplomatico pare strano che non fosse trapelato assolutamente nulla della sovrapposizione. Sono gli ambasciatori che devono informare il cerimoniale italiano di Roma di quello che sta accadendo all’estero. In questo caso il compito era dell’ambasciatore italiano a Washington Mariangela Zappia che avrebbe per tempo dovuto avvertire del pericolo e far rinviare il viaggio o anticipandolo o posticipandolo ed invece, di fatto, Giorgia Meloni e Joe Biden si sono trovati nello stesso tempo nello stesso luogo, cioè a Kiev.

Dal punto di vista mediatico gli effetti sono stati devastanti perché nessuno a livello internazionale ha parlato della presenza del capo dell’esecutivo italiano nella capitale ucraina. Oltretutto, quando ci si è accorti del patatrac la diplomazia italiana ha cercato ad ogni costo di far incontrare i due ma da parte Usa la richiesta è stata dapprima ignorata e poi elusa con un sorrisetto di circostanza. L’unica concessione che gli americani hanno fatto all’Italia -per rendere meno cocente la figuraccia- è stata quella di un generico invito a Washington “in primavera” fatto da Biden alla Meloni. Ma chi è nell’ambiente diplomatico sa benissimo che questo invito è una sorta di toppa peggio del buco perché va a sottolineare ulteriormente che gli Usa considerano la vicenda con accondiscendenza e non hanno minimamente valutato il danno di immagine provocato direttamente al premier e all’Italia.

La delegazione italiana ha fatto la parte di quei parenti fastidiosi e un po’ buzzurri che ad ogni costo vogliono parlare con il patriarca che imbarazzato non sa come toglierseli di torno. Intendiamoci, la colpa non è della Meloni ma di chi nella catena diplomatica ha fallito a non accorgersi di quanto stava avvenendo che, oltretutto, era anche assai probabile visto che dopo pochi giorni ci sarebbe stato l’anniversario dell’inizio della guerra.

Meloni e il viaggio flop in Ucraina: caccia al colpevole

Ora la Meloni vuole trovare il responsabile di quanto accaduto e quindi si è attivato un “processo” per capire di chi sia la responsabilità. I tre attori coinvolti sono:

1) L’ambasciatore a Washington

2) La direzione generale affari politici del ministero degli Esteri

3) La stessa Presidenza del Consiglio, mentre il Cerimoniale pare non essere coinvolto

C’è anche da dire che l’ambasciatrice Zappia può avere scritto una informativa ma qualcuno per negligenza o volutamente non ne ha tenuto conto. Alla fine dei giochi il cerino rimane però in mano al ministro degli esteri Antonio Tajani con cui recentemente la Meloni ha avuto delle tensioni per la sua incapacità di moderare le uscite di Berlusconi contro Zelensky.

E qui c’è il secondo mistero del viaggio, con Zelensky che ha tirato una pedata in faccia a Berlusconi proprio mentre parlava in conferenza con la Meloni. La cosa strana è che la famosa domanda su cosa ne pensasse delle critiche piovute da Arcore a Kiev l’ha posta una giornalista italiana del Corriere della Sera, Monica Guerzoni, che della Meloni è una nota cocca tanto che l’intervista finale la premier l’ha data in esclusiva a lei suscitando le ire degli altri giornalisti presenti.

Tags:
giorgia melonikievmeloni kievucraina