Intervista a Misiani (Pd): "Mps, non c'è tempo di aspettare il nuovo governo"

Il responsabile economico dei Dem prende posizione dopo le rivelazioni di affaritaliani.it sulla cruciale operazione bancaria

Di Alberto Maggi
 Antonio Misiani
Lapresse
Politica
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Caso Mps, pensioni e fisco: parla Antonio Misiani, responsabile economico del Pd e candidato al Senato per il Centrosinistra nel collegio uninominale di Milano città

 

Come gestire il nodo degli esuberi Mps? Qual è la proposta del Pd?
"Speriamo che la ricapitalizzazione abbia successo, abbiamo fiducia nell’azione del Tesoro. La banca deve poter continuare ad operare per le famiglie e le imprese sul territorio. In prospettiva, un terzo soggetto bancario forte è necessario per un'economia diversificata e articolata anche geograficamente come quella italiana".

Su Mps serve un intervento di Draghi o bisogna aspettare il prossimo governo?
"Il tempo non è una variabile indipendente e per i casi più critici non possiamo aspettare la formazione del nuovo governo. I nodi aperti vanno sciolti il prima possibile. Vale per MPS come per ITA".

Dopo il 30 novembre, come ha rivelato Affaritaliani.it, 3.500 dipendenti Mps rischiano di non poter usufruire del prepensionamento. Quale soluzione propone il Pd?
"Noi abbiamo sempre sollecitato il governo a costruire soluzioni che permettessero di gestire eventuali esuberi evitando licenziamenti e attivando tutti gli strumenti alternativi utili, a partire dai prepensionamenti. La nostra posizione non è cambiata".

Pensando al mondo bancario in generale, qual è la visione del Pd?
"Il mondo bancario ha affrontato la crisi pandemica partendo da una condizione più solida rispetto ad alcuni anni fa. Le garanzie statali sui prestiti alle imprese e le moratorie a loro volta hanno permesso di mantenere aperti i flussi di credito evitando il collasso dell’economia. Ora la priorità è affrontare la crisi energetica e inflazionistica e continuare l’opera di consolidamento del settore bancario, che in un’economia come quella italiana particolarmente dipendente dal credito rappresenta un punto di cruciale importanza".

Fisco, che cosa proponete per contrastare la Flat Tax del Centrodestra e in particolare della Lega?
"La Flat Tax costa tantissimo e favorisce i contribuenti più ricchi. Per finanziarla, o si fa ulteriore debito o si tagliano scuola e sanità. In entrambi i casi, scelte inaccettabili. Il nostro modello è totalmente diverso: noi proponiamo di tagliare le tasse sul lavoro aumentando le buste paga fino ad una mensilità in più per restituire potere d’acquisto ai redditi fissi bassi e medi, che stanno soffrendo più di tutti le conseguenze della crisi energetica".

Capitolo pensioni, il Pd è d'accordo su Quota 41?
"Noi siamo per permettere l’uscita dai 63 anni con un meccanismo coerente con la natura contributiva del sistema e sostenibile nel lungo periodo. Vogliamo inoltre rendere strutturale APE sociale, che va estesa anche agli autonomi, e opzione donna. Dobbiamo occuparci anche delle pensioni dei giovani, introducendo una pensione base di garanzia che protegga i lavoratori con carriere contributive discontinue".