"Napolitano, La Russa, Gianni Letta, Pd. Chi spinse il Cav a colpire Gheddafi"

Libia, su Affaritaliani.it le rivelazioni di Fabrizio Cicchitto

Di Alberto Maggi
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 La Russa, Berlusconi, Napolitano, Gheddafi, Sarkozy
Politica

"Nella maggioranza, di fronte a Napolitano, furono tutti sugli attenti: Gianni Letta, Frattini che puntava a diventare segretario generale della NATO, e La Russa in quanto ministro della Difesa avrebbe avuto una bella occasione per guidare i bombardamenti"

 

Importanti e clamorose rivelazioni di Fabrizio Cicchitto, presidente di ReL - Riformismo e Libertà ed ex capogruppo di Forza Italia alla Camera. "Qualcosa si chiarisce: alle origini della dissennata operazione che distrusse Gheddafi c è quel criminale di Sarkozy che volle fare scomparire le prove dei finanziamenti avuti da Gheddafi. Sarkozy convinse Obama, grande oratore ma non un genio. Berlusconi era contrario, ma fu stretto in una morsa costituita da Napolitano, dal PD e da La Russa ministro della difesa. Adesso alcuni nodi vengono al pettine, ma da allora la Libia è stata destabilizzata, oggi e’ divisa fra Erdogan e la Russia: davvero un bel capolavoro!“.

Poi Cicchitto spiega nel dettaglio, ad Affaritaliani.it, il suo ragionamento su quanto accadde in Libia e sui bombardamenti contro Gheddafi. "Magna pars di tutto fu Napolitano per il quale il rapporto internazionale preferenziale era decisivo. A suo tempo Napolitano sostenne l’URSS e il PCUS sull’Ungheria perché la sua collocazione internazionale era quella. Poi rovesciò la sua collocazione internazionale sia rispetto agli americani sia rispetto alla Unione Sovietica e quindi ritenne che la richiesta avanzata da Obama ma che era ispirata da Sarkozy dovesse a tutti i costi essere sostenuta dall’Italia che altrimenti avrebbe commesso un delitto di lesa maestà nei confronti della NATO. A sua volta dall’esterno il PD fu scatenato nel sostegno dell’intervento perché riteneva che fra Berlusconi e Gheddafi ci fossero dei rapporti preferenziali". 

"Nella maggioranza, di fronte a Napolitano, furono tutti sugli attenti: Gianni Letta, Frattini che puntava a diventare segretario generale della NATO, e La Russa in quanto ministro della Difesa avrebbe avuto una bella occasione per guidare i bombardamenti. E quindi Berlusconi - spiega Cicchitto - si trovò isolato nel suo NO che era un NO che derivava: 1) da interessi italiani in Libia che venivano messi in questione da una iniziativa che era tutta francese, 2) da una valutazione elementare, cioè Berlusconi  diceva che se elimino un dittatore cattivo devo sapere o che ho il dittatore buono che lo sostituisce oppure l’assetto democratico che non c’era. 3) dal rapporto personale con Gheddafi, e Berlusconi si sentiva in quel modo di tradirlo", conclude Cicchitto.