Navalny e Putin, la Lega abbandoni il "mito" russo

La cosiddetta destra italiana ha o non ha una sua chiara dottrina democratica foss’anche di matrice ideologica?

L'opinione di Salvatore Passaro
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Politica

Navalny e l’efferatezza di Putin

Per quanto impegnati, i giornalisti occidentali e in specie quelli italiani non riescono loro malgrado a darci un quadro certo della situazione interna alla Russia e delle coalizioni di dissidenza politica ed economica dei russi fuoriusciti dalla Russia.

La situazione è caldissima, Mosca e Pietroburgo sono polveriere. Putin è letteralmente odiato dalla maggioranza della popolazione ed è davvero ormai quasi 'marcia' la manipolazione dell'informazione sul momentum epocale che stiamo vivendo.

'Le crudeltà dei putiniani stanno spezzando i cuori delle madri di tutta la Russia’, cosi recitano i cablogrammi da una parte all'altra del baltico. Navalny sapeva (e sapevamo) che sarebbe stato ucciso. Lo sapevano in molti fuori dalla Russia.

Vediamo sorgere omaggi e celebrazioni. Giustissime, tardissime e giustissime. Non vale a niente ricordarne uno dopo averne dimenticati cento. Tutti gli altri li abbiamo mai ricordati?

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O meglio, ci siamo accorti di che cosa voleva dire l'uccisione sistematica degli oppositori di Putin e di tutti gli oligarchi morti 'suicidati' misteriosamente dallo scoppio della guerra in Ucraina, il massacro dei ceceni, l'invasione della Georgia, gli oltre 100 oppositori russi uccisi?

Non può più servire a niente la Storia del '900, la toponomastica delle città e tutte quelle innumerevoli quotidiane adunate, fiaccolate, sit-in, girotondi e cortei che svuotati di lotta e di potere restano dei meri lavori da taglianastri. La Democrazia è sacra e non è una sagra.

Il delitto Navalny (delitto) è un fatto storico, intendendo per fatto storico ciò che va storicizzato come racconto e pedagogia della democrazia. Per noi italiani un Matteotti vale più di cento Matteotti?

Per questo non è di destra né democratico il silenzio di fronte all'ennesima uccisione di un oppositore politico in Russia. La destra -la cosiddetta destra italiana- ha o non ha una sua chiara dottrina democratica foss’anche di matrice ideologica? Oppure non c'è nulla o poco di destra se non in realtà un’accolita di sponsor dell’autoritarismo?

Così come non è intelligente ignorare le linee dello sviluppo mondiale dei popoli inventando un sovranismo per finire ad accucciarsi nell’alveo delle dittature euroasiatiche e tecnologiche. Se Fratelli d'Italia deve smetterla con la sua redemptio memoriae come unica azione culturale, se la sinistra deve smetterla con la damnatio memoriae degli avversari come unica azione politica, la Lega non può più ignorare la posizione politica e culturale dei suoi dirigenti rispetto alle efferatezze del putinismo. Gli elettori della Lega non possono ignorare nè girarsi dall'altra parte.

Sovranismo è un termine vuoto, non dice nulla, funziona solo come percezione piuttosto, un profumo di identitarismo pur fine a se stesso. Il giorno che sarà l'Europa a dover chiamarci alla sovranità europea se non avremo una comprovata democrazia condivisa solida e con chiare basi civili ci divideremo. O meglio, ci divideranno