Navalny, Meloni all'angolo. O spacca i Conservatori o si isola in Europa

Weber (Ppe) chiude agli alleati di Fratelli d'Italia e per la premier tutto si fa più complicato

Di Alberto Maggi
Giorgia Meloni e Alksej Navalny
Politica

Meloni non può rompere con Ursula e il Ppe ma non può nemmeno regalare un'autostrada a destra a Salvini

 

Si complicano notevolmente i piani di Giorgia Meloni per il dopo elezioni europee dell'8-9 giugno. La causa è la morte dell'oppositore di Vladimir Putin Alexsei Navalny. La presidente del Consiglio e Fratelli d'Italia hanno immediatamente condannato Vladimir Putin accusandolo apertamente senza se e senza ma, però questa presa di posizione netta e chiara rischia seriamente di non bastare. Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo, è stato durissimo: "Nel Ppe siamo cristiano-democratici e non lasceremo che gli estremisti distruggano la nostra Europa. E intendo il Pis polacco, Orban, l'Afd e Le Pen. Tutti coloro che mettono in discussione l'Europa nella sua sostanza. Che propagandano il nazionalismo e l'egoismo - conclude -. Chiunque voglia parlare con noi deve essere filo-ucraino, filo-europeo e a favore dello Stato di Diritto. Per il Ppe, sono questi i tre principi fondamentali che rendono impensabile la formazione di una qualsiasi alleanza con l'Afd, Le Pen, il Pis polacco o Orban".

Parole che segnano un solco incolmabile. Che Weber isoli ulteriormente la Lega di Matteo Salvini, pur senza citarla, non è una novità. La chiusura all'estrema destra tedesca di Afd e ai nazionalisti francesi di Marine Le Pen è solo la conferma della posizione del Ppe. Ma Weber ha aggiunto alla lista il primo ministro ungherese Orban, che fino all'ultimo ha cercato di bloccare i nuovi aiuti all'Ucraina e che è l'unico Paese europeo a tenere rapporti con la zar del Cremlino, e soprattutto il Pis polacco, ovvero il principale partito alleato di Meloni nei Conservatori Europei di ECR nel quale anche Orban ha annunciato di voler entrare dopo le elezioni europee di giugno.

Meloni sta lavorando da mesi per accreditarsi come uun affidabile interlocutore del Ppe ed è pronta a votare il bis di Ursula von der Leyen entrando nella maggioranza che sosterrà la nuova Commissione europea. Ma l'altolà di Weber a due alleati chiave della premier in ECR, a seguito della morte di Navalny, mette la presidente del Consiglio con le spalle al muro. Che fare a questo punto? Spaccare ECR, di cui Meloni è presidente, rischiando così il fallimento del progetto europeo o isolarsi in Europa? La seconda opzione non è fattibile per la leader di Fratelli d'Italia. Sono troppi i dossier aperti a Bruxelles e un legame con la nuova maggioranza Ue è fondamentale per non avere problemi su temi come migranti, unione bancaria, riforma del Patto di Stabilità e Pnrr. Ma allo stesso tempo se Meloni spacca ECR mollando i polacchi del Pis e Orban rischia di spostarsi troppo al centro regalando spazio alla Lega, in difficoltà nei sondaggi, che potrebbe approfittarne vista anche la forza di Le Pen in Francia data nettamente come primo partito davanti al presidente Emmanuel Macron.

Di qua o di là. Weber è stato chiaro. E ora Meloni deve scegliere. Stare con l'Europa del Ppe e di Ursula e Metsola o con i suoi alleati, tra i quali anche gli spagnoli di Vox guidati da Abascal che Weber non cita ma che certamente rientrano, in quanto nostalgici del franchismo, di quegli estremisti da isolare. Insomma, la morte improvvisa dell'oppositore numero uno di Putin, nonostante la netta presa di posizione di Meloni - inequivocabile - complica, se non rovina, i suoi piani europei.

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