“Nostro padre non è un brand": è faida tra i figli di Berlinguer e l'Unità

La lettera contro il direttore del quotidiano che per promuovere il ritorno in edicola ha usato una foto che ritraeva il segretario del Pci a Roma

di redazione politica
Politica

L'Unità, i figli di Berliguer contro il quotidiano: "Dell'antico e glorioso giornale conserva solo il nome"

"Per favore, lasciatelo in pace". Si conclude così la lettera firmata su Repubblica dai quattro figli di Enrico Berlinguer - Bianca, Maria Stella, Marco e Laura - che esprimono sconcerto e amarezza per l'utilizzo di una foto del loro padre usata come promozione dell'uscita in edicola dell'Unità, diretta ora da Piero Sansonetti. Una lettera che esce proprio nel giorno del trentanovesimo anniversario della scomparsa del leader del Partito comunista italiano, morto a Padova poco dopo aver pronunciato il suo ultimo discorso in piazza. 

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I figli di Berlinguer, in particolare, contestano l'uso di una fotografia del 24 marzo 1984 in cui il padre "sorrideva circondato da tanti compagni mentre una grandissima manifestazione attraversava le vie di Roma per protestare contro i tagli alla scala mobile voluti dal governo presieduto da Bettino Craxi. Il titolo a tutta pagina dell'Unità era: ECCOCI. E nell'occhiello si leggeva: Un flusso ininterrotto di lavoratori con treni, pullman e navi". Una foto "così significativamente legata al suo tempo e così, di quel tempo, potente espressione per pubblicizzare un prodotto inevitabilmente tutto diverso".

L'Unità, i figli di Berliguer contro il quotidiano: "Nostro padre non è un brand pubblicitario"

Questo un estratto della lettera: 

"Quella stessa foto l’abbiamo rivista in questi giorni, utilizzata come spot pubblicitario, per promuovere l’uscita in edicola di un nuovo quotidiano che ha assunto un vecchio nome, l’Unità, diretto ora da Piero Sansonetti. Grande è stato il nostro sconcerto e, ancor più, la nostra amarezza. Da quella prima pagina sono passati, così come dalla morte di nostro padre, quasi quarant’anni e, nel frattempo, il mondo è totalmente cambiato. Tutto è mutato: da oltre tre decenni non esiste più il partito comunista italiano e nessuno di quell’antica leadership.

Da allora l’Unità ha avuto numerosi direttori fino a concludere definitivamente la sua storia ormai sei anni fa. Quello che torna oggi nelle edicole è un quotidiano interamente nuovo che dell’antico e glorioso giornale conserva solo il nome. E solo perché quando è stato messo all’asta un imprenditore più rapido di altri è riuscito ad acquisirne la proprietà. Ma della storia precedente, nulla rimane: e nemmeno uno di quei redattori che hanno tenuto in vita il giornale fino al 2017. Come spiegarsi, allora, sotto il profilo giornalistico, politico, culturale e anche morale la volontà di affermare a tutti i costi una continuità tra il giornale fondato da Antonio Gramsci e quello oggi in edicola? E come spiegarsi che venga utilizzata una foto così significativamente legata al suo tempo e così, di quel tempo, potente espressione per pubblicizzare un prodotto inevitabilmente tutto diverso?

Certo la memoria storica appartiene a tutti e per noi è motivo di gioia sapere che la vita e l’attività di nostro padre vengano sentite e vissute da quanti gli vogliono ancora bene, ciascuno secondo la propria soggettività, ma altra cosa è trasformare il suo ricordo in un brand pubblicitario. Per favore, lasciatelo in pace".

Firmato Bianca, Maria, Marco e Laura Berlinguer.

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