Energia, Cingolani rilancia il nucleare: "Non sono un fan ma non condanno"

Roberto Cingolani Lapresse
Politica
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Nucleare, Cingolani: "No fan ma non condanno, unica via ricerca"

La cosa più urgente è chiudere le centrali a carbone e il passaggio alle energie rinnovabili richiede tempo: questo è il momento dello studio. Lo ha detto  Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, a Digithon 2021. "Non sono un fan del nucleare ma non lo condanno - ha sottolineato - non sono fan di nessuna tecnologia: la soluzione adesso non l'abbiamo ma se smettiamo di fare ricerca la soluzione non viene da sola, dobbiamo studiare tutte le possibilità". Cingolani ha citato una sturt up che ha creato un sistema per assorbire C02 dall'aria e trasformarlo in pietra: ora è poco efficiente ma il concetto - ha notato - è fenomenale. "Il punto è studiare, l'ideologia non aiuta, dobbiamo essere molto laici".

Energia, Cingolani: rincari solo 20% da transizione ecologica

"L'alto prezzo del gas pesa per l’80% sulla bolletta, mentre il restante 20% di aumento dipende dall’aumento del costo della CO2. Quindi la transizione ecologica pesa un 20% sul costo della bolletta, sul costo dell’energia: l’80% è il mercato, la domanda, l’offerta, il nervosismo”. Lo ha detto questa mattina Roberto Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, intervenendo in diretta streaming a Digithon, la kermesse del digitale in corso dal 21 ottobre a Bisceglie. Il ministro, rispondendo alle domande sui rincari delle bollette energetiche, ha spiegato che “la transizione energetica è lunga, ci vorranno decine di anni: non è una cosa che si fa in un attimo” sottolineando che “durante questi anni il gas è oggettivamente il vettore energetico della transizione, non si può dire lo dobbiamo togliere domani”. 

“È vero che il gas è fossile – ha aggiunto - ma produce meno CO2 del carbone ed è quello che garantisce, in combinazione con le rinnovabili, la continuità della rete. Ci vogliono degli anni per liberarsi del gas. Quindi aver esasperato a parole il fatto che il gas debba essere eliminato il prima possibile, ha creato il cosiddetto nervosismo di mercato e i provider del gas hanno cominciato a dire: se demonizzate il gas, noi vi facciamo vedere che chiudendo i rubinetti avete dei problemi”.

“Oggi affrontiamo l'inverno con delle riserve di gas al minimo – ha ricordato Cingolani - non l’Italia per fortuna che ha riserve fino all’80%, ma altri paesi al nord Europa hanno problemi. In parte – ha ulteriormente precisato - l'aumento del costo del gas dipende da questo, cioè proprio un problema di nervosismo di mercato, di domande e di offerta. Poi, c'è un problema geopolitico importante perché deve partire il North Stream proprio in Germania e la Russia ovviamente vuole essere sicura che non ci siano retromarce su questa decisione”.