Covid, nulla sarà come prima. Il libro sui piani del "Grande Reset"

Verso lockdown climatici e sorveglianza di massa. Il libro dell’economista Ilaria Bifarini, l'intervista

di Antonio Amorosi
Politica
Condividi su:

Il Grande Reset. Da quando il massmediologo Carlo Freccero ne ha parlato in tv è nato un grande interesse sul tema. In Italia la prima a scriverne è stata l’economista Ilaria Bifarini con il libro omonimo “Il Grande Reset” che ha avuto grandi riscontri di vendite in rete. Affaritaliani.it l'ha intervistata.

Qual è la tesi del libro?

Il Grande Reset è una proposta del World Economic Forum (WEF) per ricostruire l'economia dopo la pandemia in modo, dicono loro, sostenibile. È stata presentata nel maggio 2020 dal principe Carlo di Galles e dal direttore del WEF Klaus Schwab. Schwab dice esplicitamente che non si tornerà mai più alla vecchia normalità. Ci sarà la quarta rivoluzione industriale. 


 

Ci spiega cos’è la quarta rivoluzione industriale? Lei scrive che la pandemia è stata gestita e sfruttata con il fine di applicare questo Grande Reset?

La pandemia è sfruttata come catalizzatrice per attuare una quarta rivoluzione industriale, sulla quale da tempo puntavano e che si basa prevalentemente sull’intelligenza artificiale che fa da supporto ed è affiancata dalla green economy. Avremo una società sempre più basata sul digitale, sul distanziamento sociale, sulla telemedicina, il telelavoro, ci sarà la sostituzione dei vecchi lavori con l'intelligenza artificiale e sempre più una società del controllo basata sulla maggiore sorveglianza dei cittadini.

C’è chi dice che siete dei complottisti e che queste sono fantasie...

Io ho fatto un’esposizione documentata di cosa scrivono e propongono i grandi consessi che poi indirizzano il mondo. Paradossalmente mi ritrovo contro proprio i cosiddetti ‘complottisti’ che vedono invece il mondo diviso in due, tra le forze del bene e del male. La mia è invece un’analisi economica di cosa sta accadendo spiegando le conseguenze sociali.

Altri detrattori dicono: “magari avessimo un mondo del genere, voi sostenete delle tesi improbabili”. Lei che risponde?

Sì, per alcuni è un mondo utopistico che prevede il ritorno a una vita più lenta, a meno consumi, a una decrescita felice ma che di fatto sarà infelice per la stragrande maggioranza delle persone, se vediamo quanto sta accadendo in Cina in questi giorni.

Cosa sta accadendo in Cina?

Ci sono sedici province del nord est in lockdown energetico. Vuole dire blackout elettrici programmati, città buie, case e negozi a lume di candela, fabbriche ferme. Presto arriverà anche da noi, in nome della lotta al riscaldamento climatico e di una decrescita infelice. Siamo pervasi dalla cultura del disastro che è imminente, sullo stile Greta Thunberg che dice “la casa è in fiamme”, e la colpa è della popolazione, che accetterà di buon grado i sacrifici richiesti per espiare le pene. La colpa è sempre attribuita alla gente e non a chi gestisce il sistema di produzione.

Lei parla di un’idea di società, di un progetto dove chi propone il Grande Reset non si nasconde affatto

Sì, per nulla. Sotto il profilo economico prevede la distruzione del piccolo, che è sempre poi il pallino di alcuni economisti neoliberisti, in favore del gigantismo. Si vogliono eliminare tutti i vecchi mercati e in particolare le piccole e medie imprese a favore delle grandi multinazionali.

(Segue...)

L’attacco alla piccola e media impresa vuol dire la distruzione dell’economia italiana…

Si vuole andare, e il governo va in questa direzione, verso sempre più oligopoli, il potere dei pochi e delle grandi multinazionali che determineranno in toto la vita delle persone.

I cittadini a cosa dovrebbero prepararsi?

Alla seconda fase dopo la pandemia, quella dei lockdown climatici. I cittadini vengono colpevolizzati di tutti i danni, delle inefficienze del modello capitalistico che c’è stato finora e a loro vengono chiesti sacrifici e rinunce. Ma questo nuovo modello è proprio fatto di sacrifici e rinunce non solo materiali ma della libertà e sono misure temporanee. La colpa non è mai del modello di produzione ma del cittadino che ha consentito a questi grandi filantropi di avere ricchezze immense. Paradossalmente sono proprio loro che guidano questo nuovo piano.

I detrattatori della vostra tesi rispondono che "sognate" ma lei dice che questa è un’idea della società che si vuole realizzare

E’ stata la tesi del Forum di Davos, lo hanno affermato ripetutamente tanti governi ma è comunque un vecchio progetto. Addirittura possiamo farlo partire dal famoso libro I limiti dello sviluppo del 1971 nel Club di Roma poi elaborato dal MIT, il Massachusetts Institute of Technology.

L’agenda del Club di Roma è uno snodo strategico. Lo studiavamo nei corsi di storia economica negli anni ‘90 del secolo scorso...

Si, è quel progetto. Ci sono inquinamento e crescita demografica da tenere sotto controllo. In quel documento del 1971 gli studiosi che lo hanno redatto sostenevano che la popolazione è eccessiva e che abbiamo bisogno di una stabilizzazione demografica. Veniva già detto negli anni 70 quando la popolazione era forse la metà di oggi. Consideri che quel documento preconizzava l'arrivo di una catastrofe, se l'uomo non avesse agito prontamente e drasticamente. Se ci pensiamo bene è la narrativa di Greta Thunberg.

Cosa dovrebbero fare i cittadini?

Capire cosa sta accadendo, ricostruire tutta la tela e opporsi a questo modello di società della sorveglianza e basata sul potere delle multinazionali.