La morte di Papa Francesco un'occasione per Meloni, così può portare Trump a Roma e mettere all'angolo Macron
Roma sta diventando sempre più centrale nei rapporti tra Usa ed Ue, e il merito è tutto da ascrivere a Giorgia Meloni
La morte di Francesco offre un'opportunità d'incontro tra Ue e Usa
La improvvisa morte di papa Francesco, e la conferma che ai funerali, che si dovrebbero tenere sabato 26, sarà presente anche Donald Trump con la moglie Melania, offre alla diplomazia italiana l'occasione di anticipare il previsto incontro tra Usa e Ue a Roma, che la premier con grandissima abilità, era riuscita a strappare al presidente americano, durante il suo bilaterale a Washington.
Perché, ragionano da Palazzo Chigi, questa improvvisa opportunità di avere i leader europei e Trump presenti alle esequie a Roma, potrebbe superare le assurde ritrosie da parte di Francia e Spagna, e in parte polonia, che erano sorte sulla scelta della capitale italiana, invece che Bruxelles, come sede del summit.
I dubbi di Parigi e Madrid soprattutto (a cui si è aggiunto, ma non poteva esser altrimenti anche la Polonia di Donald Tusk, presidente di turno del Consiglio della Ue e non proprio in ottimi rapporti con la nuova amministrazione americana e nemmeno con la nostra premier) sembrano dettati soprattutto da un evidente complesso di inferiorità verso il protagonismo e i successi diplomatici della Meloni, a fronte invece di una debolezza interna, per diverse ragioni dei suoi due omologhi francese e spagnolo.
Il successo della Meloni in Usa ha evidentemente urtato la suscettibilità di un sempre più debole ed emarginato a livello internazionale presidente francese Macron, che sembra aver trovato in un altrettanto indebolito Pedro Sanchez, che deve fare i conti in patria con una maggioranza sempre più spaccata e divisa su quasi tutto, un alleato fedele nel suo progetto di indebolire il ruolo della Meloni in Europa.
Il viaggio del premier spagnolo in Cina, a pochi giorni dal vertice della Meloni a Washington, è stato visto, da Palazzo Chigi (e anche da Washington) quasi come una provocazione, e secondo alcune fonti spagnole, sarebbe stato concordato anche con Parigi, proprio per dare un segnale sia alla Meloni che al presidente Usa. La morte improvvisa del papa e il susseguente arrivo a Roma sabato per le esequie di tutti i principali leader del mondo, potrebbe togliere le castagne dal fuoco, e secondo fonti autorevoli di Palazzo Chigi, si starebbe già lavorando per organizzare il tutto nel prossimo fine settimana.
D’altra parte, esiste un precedente in questo senso e riguarda proprio il presidente francese Macron, che riuscì ad organizzare un mini-vertice tra leader europei e Trump, a dicembre dello scorso anno, durante la solenne inaugurazione della nuova Notre Dame, dopo il devastante incendio di sei anni fa. Fu proprio in quell’occasione, che molti leader europei, compresa Giorgia Meloni, ebbero la possibilità di incontrare e di “annusare” Trump, che ancora non aveva giurato come presidente.
Nessuno in quell’occasione ovviamente ebbe nulla da dire sulla organizzazione di un vertice all’Eliseo, così come nessuno ha avuto da ridire sugli altri vertici organizzati, nelle scorse settimane, prima da Macron a Parigi e poi da Starmer a Londra, a cui anche se di malavoglia, ha sempre partecipato anche la premier italiana.
Ora la tragica scomparsa del pontefice apre una opportunità unica per organizzare quell'incontro deciso a Washington, superando le gelosie europee, per quella che molte cancellerie europee vedono, come l’ennesimo successo internazionale della Meloni.
Il presidente americano non ha nascosto la sua grande stima per la premier italiana, che pare considerare come la più credibile interlocutrice in Europa (“L’Italia è il nostro miglior alleato, almeno fino a che il presidente del consiglio sarà Giorgia Meloni” ha detto Trump nello studio ovale, giovedì scorso).
Ursula von der Leyen sembra aver ormai aver affidato a lei il ruolo di mediatrice per trovare una intesa con il riottoso alleato oltreoceano, malgrado Macron stia facendo di tutto per ritagliarsi un ruolo e contrastare l’attivismo italiano. Anche se i suoi tentativi di trovare sponde in Europa a parte quella debolissima di Sanchez e quella di un sempre meno credibile Tusk, sembrano non sortire effetti.
Perché il nuovo cancelliere tedesco pare guardare con grande interesse agli sforzi della Meloni di sistemare le cose con l’altra sponda dell’oceano e l’inglese Starmer in più occasioni ha mostrato di apprezzare la politica della Meloni, a cominciare da quella sul contrasto alla immigrazione clandestina. Insomma, con buona pace di Macron, Roma sta diventando sempre più centrale nei rapporti tra Usa ed Ue, e il merito è tutto da ascrivere a Giorgia Meloni, come ha certificato il presidente americano giovedì scorso.