Pd, Delrio mette Letta in minoranza. Caos Dem sul Quirinale

Pd, congresso dietro le quinte. Così il segretario finisce all'angolo

Di Alberto Maggi
Graziano Delrio Enrico Letta
Politica
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Pd, Letta in minoranza nei gruppi parlamentari. Schiaffo in arrivo sul Quirinale

 

Graziano Delrio mette Enrico Letta in minoranza nel Partito Democratico. E' suggestiva e intrigante la sintesi del congresso che, di fatto e dietro le quinte, si sta svolgendo all'interno del primo partito italiano (stando almeno ai sondaggi). L'ex corrente renziana di Base Riformista (che va dal ministro Lorenzo Guerini a Luca Lotti), che ormai non dipende più direttamente dal leader di Italia Viva (fatto salvo per Andrea Marcucci che conserva un forte legame con l'ex premier), si sta ampliando e sta aderendo a una super-corrente che sta costruendo proprio l'ex capogruppo alla Camera ed ex ministro, insieme alla presidente dei deputati Dem Debora Serracchani e ad amministratori locali di spicco come il Governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini e il sindaco di Firenze Dario Nardella.

A livello numerico, l'area che fa (o farà a breve) riferimento a Delrio è nettamente maggioritaria in termini di gruppi parlamentari: le cifre si aggirano attorno al 65% contro il 35 di fedelissimi del segretario tra Camera e Senato. La super-corrente, moderata e centrista, serve politicamente come argine rispetto alla sinistra del Pd rappresentata non tanto da Letta, che si prepara a far rientrare gli ex come il ministro Roberto Speranza attraverso le Agorà democratiche, quanto in particolare dal leader della sinistra Dem romana Goffredo Bettini e dal vice-segretario Peppe Provenzano.

Il momento chiave della contrapposizione all'interno del Pd, solo apparentemente unito dopo l'innegabile successo alle ultime elezioni amministrative, sarà la partita del nuovo presidente della Repubblica. Raccontano i ben informati del Palazzo che la super-corrente di Delrio potrebbe mettersi di traverso rispetto alla linea di Letta sul Quirinale, proprio per rendere plastico e tangibile il peso politico che ha assunto e rivendicare così maggior spazio in futuro (soprattutto nella compilazione delle liste elettorali).

L'ipotesi Paolo Gentiloni sta tramontando, e forse sarebbe stata l'unica a poter tenere unito il Pd, ma su altre candidature - da quella di Mario Draghi (con il conseguente rischio elezioni) fino a quelle di Marta Cartabia, Pierferdinando Casini o Giuliano Amato - potrebbe esplodere la spaccatura all'interno dei Dem con più di metà dei parlamentari pronta a non seguire le indicazioni ufficiali del Nazareno. In questa contrapposizione, al momento, resta silente il ministro Dario Franceschini, capo di Area Dem, in attesa probabilmente di capire come finirà la sfida interna al Pd. Fatto sta che il congresso che di fatto si sta svolgendo nel Pd vede Delrio a capo di un'area pronta a mettere in minoranza Letta, almeno nei gruppi parlamentari.