Pd: ecco chi rischia di restare a casa. Fassino, Pinotti, Marcucci... I nomi

I ministri Orlando e Franceschini sono certi di ottenere una deroga da Letta, ma gli altri big tremano

Di Alberto Maggi
 Piero Fassino e Roberta Pinotti
Politica
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Elezioni, la regola dei 15 anni terrorizza diversi parlamentari Dem


Non sono candidabili coloro che, ai sensi dell’art. 28, comma 3 dello Statuto del PD, come interpretato dall’Assemblea nazionale del Partito Democratico del 14 luglio 2012, abbiano ricoperto la carica di Parlamentare nazionale per più di 15 anni consecutivi, salvo richiesta di deroga da parte degli interessati da sottoporre al voto della Direzione nazionale ai sensi e secondo i limiti previsti dall’art. 28 comma 9. Stando al regolamento per la selezione delle candidature per le elezioni politiche del 25 settembre 2022, approvato dalla direzione nazionale del Pd, sono diversi i big che, se non dovessero ottenere una deroga da parte del segretario, rischiano di restare fuori dal Parlamento. La regola è chiara, massimo 15 anni e poi stop. A casa.

I nomi più illustri sono quelli dei ministri del Lavoro Andrea Orlando e dei Beni Culturali Dario Franceschini ma, come spiegano fonti Dem ad Affaritaliani.it, sicuramente avranno la deroga, essendo membri del governo ancora in carica, e quindi torneranno in Parlamento (elettori permettendo) dopo il 25 settembre. Il nome più illustre che rischia di cadere, e sarebbe clamoroso, è quello di Piero Fassino, ultimo segretario dei Democratici di Sinistra poi confluiti nel Pd all'epoca della fusione con la Margherita. Fassino, ex sindaco di Torino, è un politico di lunghissimo corso, schivo, poco amato dai giornalisti. Per lui ottenere una deroga non sarà facile. Altra big che rischia di restare a casa è la senatrice Roberta Pinotti, fedelissima di Franceschini che è stata per qualche giorno tra i papabili per il Quirinale nello scorso mese di febbraio.

Non solo, è stata anche la prima ministra della Difesa donna d'Italia. Per lei 50 a 50. Chi rischia grosso è Andrea Marcucci, ex capogruppo al Senato e considerato l'ultimo dei renziani nel Pd. Per lui, non amato dal segretario, la strada verso la deroga è tutta in salita. Restando al Senato anche Antonio Misiani, responsabile economico del partito ed ex viceministro dell'Economia nel Conte II, ha bisogno del lasciapassare. Ma, spiegano fonti Dem, non dovrebbe essere un problema proprio per il ruolo chiave che ricopre nella segreteria Letta. Altri che, a Montecitorio, hanno bisogno della deroga per tornare in Parlamento dopo il 25 settembre sono i deputati Emanuele Fiano, Barbara Pollastrini e Michele Bordo (quest'ultimo è forse quello che ha meno chance). Tra taglio dei parlamentari e regole dello statuto, stavolta nel Pd potrebbero arrivare un po' di facce nuove.