Pd, Fiano: "Sul suo nome nel simbolo Schlein ha capito che sbagliava"

Intervista a Emanuele Fiano, candidato del Pd alle elezioni europee (circoscrizione Nord-Ovest)

Di Alberto Maggi
Emanuele Fiano
Politica

"Con il M5S differenze fortissime, ma un'alleanza di un fronte ampio contro le destre va ricercata. Anche se non a tutti i costi"

 

"Il Pd è l'unico partito che ha organi che discutano delle liste, e che le votino, non conosco altre forze politiche che discutono come nella nostra direzione nazionale della formazione delle liste", spiega ad Affaritaliani.it Emanuele Fiano, ex deputato e candidato alle elezioni europee per il Partito Democratico nella circoscrizione Nord-Ovest. "E' ovvio che ogni segretario abbia il proprio pensiero, vuole ampliare e coinvolgere persone meritevoli che conosce, poi ci sono gli uscenti e le richieste dei territori. La quadra è sempre stata complicata da trovare. Elly Schlein ha vinto il congresso e ha avuto il mandato per caratterizzare il Pd all'insegna della novità e lo ha fatto con candidati civici ed esterni, come Cecilia Strada e Lucia Annunziata. Questa è la cifra più importante dell'impronta della segretaria, ed era ovviamente attesa, sul resto non vedo grandi divergenze".

Quanto alla decisione di Schlein di non mettere il proprio nome nel simbolo Fiano afferma: "E' stata la decisione giusta. Ci sono stati molti commenti contrari in direzione. Sarebbe stato un segnale contrario alla nostra tradizione. Tra l'altro le Europee non sono elezioni politiche dove si vota con il maggioritario. Veltroni aveva messo il nome, come fanno i partiti di destra, ma alle Politiche. Non è la nostra storia votare la persona. Noi votiamo il Partito. Penso che la segretaria abbia ascoltato il richiamo alla nostra filosofia di base e credo che anche l'intervento di Romano Prodi abbia avuto un peso. Avrà percepito che la sua idea di portare un vento di novità non si concilia con la storia plurale del nostro partito che non è leaderistico come quelli di destra. Voleva segnare la sua presenza, ma non era lo strumento adatto. Ci opponiamo al progetto di una sola donna al comando con il premierato e mettere il suo nome nel simbolo sarebbe stata una distorsione rispetto alla nostra battaglia. Schlein avrà capito che l'errore era più forte del beneficio", spiega Fiano.

L'obiettivo numerico del Pd alle Europee? "Non si mettono asticelle. Penso che ci consolideremo come la prima forza insostituibile di opposizione con un valore che sarà più o meno quello degli attuali sondaggi. Molto dipenderà anche dall'affluenza che temo sarà bassa. Un dato sotto il livello che ci viene attribuito negli ultimi mesi sarebbe un segnale negativo, ma non sarà così".

Quanto alle sorti del campo largo e al rapporto con il M5S, Fiano sottolinea che "è inevitabile fare accordi con il maggioritario, sicuramente nelle amministrative dove vince chi ottiene un voto in più e quindi si cercano accordi. In alcuni casi ultimamente siamo stati attaccati dai 5 Stelle in modo profondamente ingiusto. Ma non dimentichiamoci che alle Europee si vota con il proporzionale e quindi ognuno per sé e allo stesso tempo ci sono elezioni regionali in cui si devono fare accordi, o si dovrebbero fare, due cose che non si conciliano. Come si vede a destra con le liti continue tra Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia".

Tornando al M5S e a Conte? "Nonostante le diverse differenze si può provare in prospettiva a ragionare di un'alleanza politica, ma il M5S deve smettere di lucrare ogni volta che accade un accidenti al Pd. Io ho vissuto in prima persona la primissima stagione parlamentare dei 5 Stelle e ricordo il concetto di uno vale uno che uccide le competenze personali e il fatto che ogni decisione doveva passare dal voto delle piattaforme elettroniche. Mi ricordo le accuse su Bibbiano, cadute nel nulla, e tante altre cose. Le differenze tra noi sono fortissime, ma la mia avversione per il modello sociale delle destre è tale che va ricercato un fronte molto ampio, senza allearsi a tutti i costi".

E infine l'Europa, sarà ancora maggioranza Ursula? "Noi abbiamo il nostro candidato, Nicolas Schmit del Pse, e siamo stati i primi a proporre gli Stati Uniti d'Europa. L'attuale struttura con Consiglio, Commissione e Parlamento va riformata certamente. Noi puntiamo su Schmit poi se non saremo il primo gruppo si vedrà, ma ritengo che continuerà a funzionare l'alleanza tra popolari e socialisti, più liberali e magari anche verdi, visto che ci sono in Europa molte destre che sono contro il modello solidale del debito comune come quello del Pnrr". E Mario Draghi? "Persona di grande qualità ma ribadiamo il metodo che va seguito, noi abbiamo il nostro candidato. Poi dopo il voto le forze principali della maggioranza cercheranno insieme la soluzione migliore", conclude Fiano.

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