Pd, tensione sulle Europee: Zingaretti-Emiliano out. Si pensa al post Schlein

Anche Bonaccini in bilico. E per la segreteria si vagliano i nomi di Decaro e Lepore, in corsa anche Castagnetti e De Luca

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Pd svuotato alle Europee senza Emiliano e Zingaretti

Il Partito Democratico è, come spesso accade, in agitazione. Lo scrive oggi Il Corriere della Sera, secondo cui "Nicola Zingaretti, che i più davano in corsa per le Europee, non intende candidarsi: resterà «in Italia» per continuare a svolgere il suo ruolo di «deputato nazionale»". Il tutto "mentre è attesa l’ufficializzazione di un altro rifiuto eccellente: nemmeno il governatore della Puglia Michele Emiliano mira alle Europee".

Secondo il Corriere della Sera, "tra i dem romani corre voce che Zingaretti non voglia allontanarsi dal Paese perché potrebbe essere il prossimo candidato a sindaco del Pd per la Capitale. Ma al di là delle reali intenzioni di Zingaretti, senza lui e senza Emiliano in campo la raccolta dei voti in quelle due regioni rischia di essere meno ricca del previsto. E a proposito di governatori: alcuni sostenitori di Bonaccini ritengono che il presidente del Pd commetterebbe un grosso errore candidandosi".

Ci sarebbe chi ha suggerito a Bonaccini di cedere il passo a Virginio Merola. Se l’ex sindaco di Bologna fosse eletto all’Europarlamento dovrebbe rinunciare al seggio alla Camera. "E il presidente del Pd, con un’elezione suppletiva stra-blindata a Bologna, potrebbe fare il suo ingresso a Montecitorio e di lì condizionare con maggiore forza la linea del partito", spiega il Corriere della Sera, secondo cui si sta già pensando al post Elly Schlein.

Si pensa già al post Schlein: ecco i nomi

"Già adesso i candidati alla segreteria pullulano", sostiene il Corriere della Sera. Che elenca le ipotesi: "C’è Antonio Decaro, che sogna le primarie. C’è Matteo Lepore: il sindaco di Bologna è sempre più attivo e i maligni, al Pd, insinuano che la sua campagna sui 30 chilometri orari sia un modo per affacciarsi alla ribalta nazionale. Poi c’è l’instancabile Castagnetti, che non vorrebbe vedere il partito «snaturato»". E infine, conclude il Corriere della Sera, c’è De Luca.