Pd-M5s, cresce l’ipotesi del federatore: Sala e Gentiloni in pole

Il sindaco di Milano apprezzato anche dai pentastellati. Gentiloni il profilo giusto per molti dem anti-Schlein

di Redazione
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Beppe Sala
Politica

Pd-M5s, si cerca un  federatore

Nel Centrosinistra torna la suggestione di un federatore che riesca a mettere insieme quel variegato mondo in vista delle elezioni politiche che verranno. Come scrive il Corriere della Sera, sabato scorso Pierluigi Castagnetti, nel corso di un convegno, ha alluso a questa prospettiva quando ha spiegato che “dopo le Europee bisognerà costruire un nuovo Ulivo”.

E Matteo Renzi ha fatto il suo pronostico: “Il nuovo Ulivo è il disegno del Pd, ma non lo federa Conte, non lo federa Schlein, può farlo un amministratore che è sul campo... o un’amministratrice...”. Secondo i fedelissimi del leader di Italia viva il nome a cui si riferiva l’ex premier è quello di Beppe Sala.

Il primo cittadino del capoluogo lombardo piace alla sinistra e, pur non avendo avuto bisogno dei voti a cinque stelle per la sua elezione a Palazzo Marino, con quel mondo non è affatto in dissidio. Vanta un rapporto discreto con Giuseppe Conte e una simil-amicizia con Grillo.

Ma non c’è solo il nome di Sala nella rosa dei possibili federatori del centrosinistra. Non è più un mistero per nessuno (se ne parla dall’estate scorsa) che molti dem allergici a Elly Schlein facciano il tifo per Paolo Gentiloni.

Ritengono che, con le sue conoscenze internazionali e con i suoi buoni rapporti con il mondo dell’imprenditoria che simpatizza con il centrosinistra, il commissario europeo per gli affari economici e monetari abbia tutte le carte in regola per il ruolo di federatore. Lui finora non dice né sì né no.

In quel di Bologna, però, si vocifera che nel mondo che si muove attorno a Romano Prodi si sussurri un altro nome ancora: quello di Filippo Andreatta, che avrebbe dalla sua il fatto di avere ancora un volto non troppo conosciuto e di essere abbondantemente sotto i sessanta.