Pd: "No a Draghi alla Commissione Ue. Sì alla guida del Consiglio europeo"
Brando Benifei, capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo, ad Affaritaliani.it
"La presidenza della Commissione europea è appannaggio dei gruppi politici. Il nostro candidato è Schmit e non Draghi"
"Non mi pare all'ordine del giorno. Se Mario Draghi avesse un ruolo importante in Europa sarebbe un bene per l'Italia e gli italiani, ma noi come Pd e come Pse per la presidenza della Commissione europea abbiamo il nostro candidato che, come noto, è Nicolas Schmit". Con queste parole Brando Benifei, capodelegazione del Partito Democratico al Parlamento europeo, commenta con Affaritaliani.it l'ipotesi dell'ex presidente del Consiglio alla guida della Commissione europea dopo le elezioni dell'8-9 giugno.
"Se poi devo commentare le parole di Draghi di qualche giorno fa in Belgio dico che sono molto condivisibili, ma la presidenza della Commissione europea è appannaggio dei gruppi politici. Il nostro candidato è Schmit e non Draghi, ma non lo sto dicendo io, lo ha deciso il congresso del Pse. Noi abbiamo proposto alla presidenza della Commissione il commissario uscente al lavoro e alle politiche sociali perché sono temi che saranno centrali nella prossima legislatura dopo le elezioni. L'agenda sociale è stata portata avanti in questi cinque anni, alcune scelte di rilievo sono state fatte come la direttiva sulla parità salariale e quella sui lavoratori delle piattaforme, ma si può fare molto di più. E anche per questo il nostro candidato alla guida della Commissione Ue è Schmit".
Quando parla di un ruolo importante per Draghi in Europa si riferisce alla presidenza del Consiglio europeo? "Esatto, quello ad esempio è un ruolo che viene affidato quasi sempre a ex primi ministri e potrebbe essere ideale per Draghi, ma dipenderà dai nuovi equilibri politici. Indubbiamente è una personalità riconosciuta e apprezzata in Europa e da un'ampia parte delle forze politiche italiane. Una figura importante, quella di Draghi, che con la sua autorevolezza potrebbe dare una spinta ai processi di integrazione in Europa. Condivido in pieno, ad esempio, le sue parole che l'Ue deve essere più Stato e non una mera unione di mercato. Sono parole assolutamente condivisibili, chissà cosa ne pensano i nazionalisti e sovranisti nostrani", conclude Benifei.