Pd, tormenti su Tarquinio: pacifista, ma anche ostile al ddl Zan e nozze Lgbt

I dubbi del Partito democratico sulla candidatura dell'ex direttore dell'Avvenire. Schlein sembrava aver deciso, ma in tanti protestano

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Marco Tarquinio
Politica

Elezioni Europee, Pd dilaniato dalla candidatura di Tarquinio

"Sarebbe un errore gravissimo non candidare Marco Tarquinio". Lo dice, intervistato da Repubblica, il senatore del Pd ed ex ministro Graziano Delrio, intervenendo in una questione aperta in vista delle liste dem da presentare alle europee. Tarquinio, aggiunge, "è un personaggio di assoluto livello, rappresentante di una sensibilità diffusa del mondo cattolico, sempre impegnato dalla parte degli ultimi, a partire degli immigrati. E' davvero un valore aggiunto per le nostre liste, al pari di altri candidati civici. Una ricchezza. Sento l'esigenza di difenderlo da alcuni attacchi che non condivido".

"Non si fanno gli esami genetici a ogni candidato - spiega ancora - altrimenti non avremmo piu' partiti plurali, ma partiti del capo. L'importante è che il Pd abbia una linea chiara. E ce l'ha". Quanto alle posizioni dell'ex direttore di Avvenire su Zelensky, "Tarquinio non ha dubbi su chi sia l'aggredito e chi l'aggressore. In Europa la sensibilita' cristiana, penso a David Sassoli, è preziosissima. Non facciamo esami, quindi. E' come se la Dc avesse chiesto a La Pira di uscire perché era decisamente pacifista. O il Pci con Napolitano, per alcune posizioni eterodosse".

Come spiega oggi Repubblica, "a Schlein il nome di Tarquinio, ex direttore di Avvenire, è stato proposto da Demos, il movimento di Paolo Ciani, vicino a Sant’Egidio. La leader ci ha riflettuto per un mese e sembrava essersi convinta, tanto da formulare la proposta all’interessato. Metteva in conto le lamentele di un pezzo di partito, l’ala più atlantista, quella di Lorenzo Guerini, per le note posizioni anti-armi a Kiev del giornalista. Sperava invece che non venissero troppo sottolineate le uscite di Tarquinio contro il ddl Zan, contro il matrimonio egualitario (che era già nel programma elettorale del Pd di Letta, firmato pure dai cattolici), perfino contro le unioni civili di Cirinnà, che nemmeno Giorgia Meloni mette più in discussione".

Si legge sempre su Repubblica una rassegna delle sue ultime dichiarazioni: "La politica l’ho raccontata per 40 anni, le polemiche sono fisiologiche. Certo mi aspetterei qualche giudizio meno precipitoso, meno superficiale", diceva l’altro ieri a Linea Notte, su Rai3. L’Ucraina? "Mi hanno accusato di essere complessista, ma se fosse tutto semplice, basterebbe dire: cessate il fuoco!". I diritti? "Ho sempre detto: prima viene la persona, poi ragioniamo sui modi, chiarendo che non ci sono mai diritti da accampare su altre persone".