Pensioni febbraio aumenti? No!!!! Colpo di scena: meno soldi, non più soldi

Pensioni febbraio aumenti rinviati. Doccia fredda

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Pensioni febbraio aumenti rinviati, amara sorpresa. Aumenti? No


Sul sito dell'Inps è arrivato il cedolino della pensione di febbraio, che porta con sé una terrificante conferma: gli aumenti della rivalutazione non sono stati ancora applicati per coloro che hanno un assegno superiore a quattro volte il trattamento minimo, ossia poco più di 2.100 euro.

Il sito www.money.it ricorda quanto successo: con la legge di Bilancio 2023 il governo Meloni ha rivisto la rivalutazione, mantenendo le regole invariate solamente per coloro che hanno un assegno inferiore a 2.100 euro, per i quali l’adeguamento è stato pari al 100% del tasso rilevato (7,3% quello provvisorio).

Sopra tale importo la rivalutazione è stata rivista, prevedendo delle percentuali tanto più basse quanto più è elevato l’importo della pensione.

Tutti gli importi e come calcolarlo: guida alle ultime novità della manovraTuttavia, i tempi erano troppo stretti per permettere all’Inps di adeguare il calcolo della rivalutazione già con la pensione pagata a gennaio e neppure applicare le vecchie regole era consigliato. In tal caso, infatti, i pensionati avrebbero goduto di un incremento maggiore rispetto a quello previsto da normativa vigente, con l’Inps che in un secondo momento avrebbe dovuto effettuare una trattenuta dalla pensione.

Per evitare questa spiacevole situazione, l’Inps ha scelto di congelare gli aumenti della rivalutazione, riconoscendoli per il momento solamente a coloro a cui l’assegno è stato rivalutato al 100%. Agli altri, come da comunicato stampa pubblicato sul sito dell’Inps in data 27 gennaio, “la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile al momento di approvazione della norma”.

Allorché si pensava che la “prima data utile” potesse essere quella di febbraio, ma stando a quanto rivelato dai pensionati che in queste ore hanno controllato l’importo dell’ultimo cedolino pubblicato online sembra proprio che ci sarà ancora da aspettare.

La “prima data utile” annunciata dall’Inps, quindi, non è febbraio 2023. A questo punto le speranze dei pensionati ricadono su marzo, quando dovrebbero essere riconosciuti anche gli arretrati per i mesi precedenti.

D’altronde, va detto che l’Inps aveva poco tempo per attuare la nuova rivalutazione già nel cedolino di febbraio, visto che di fatto l’elaborazione è stata effettuata intorno al 10 di gennaio. Non c’entra nulla quindi il governo Meloni - come invece lamentano molti pensionati sui social network - in quanto si tratta di normali rallentamenti burocratici che dovrebbero essere risolti in tempo per riconoscere gli aumenti della rivalutazione nel prossimo cedolino, in pagamento il 1° marzo 2023.

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