Pensioni riforma, in pensione a 62 anni dal primo gennaio 2022

Pensioni, ultimissime notizie sulla riforma

Inps Lapresse
Politica
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Riforma pensioni: il dibattito continua ad essere aperto e in queste settimane entra davvero nel vivo. A tenere aperto il ditattito su questo tema è stato il recente incontro che si è tenuto tra le parti sociali ed Andrea Orlando, Ministro del Lavoro, anche se scopriremo se arriverà un vero e proprio provvedimento sull'argomento solo e soltanto dopo l'approvazione della Legge di Bilancio 2022.

In un certo senso, scrive il sito https://www.trend-online.com/ - questa potrebbe essere una notizia non molto bella, nel momento in cui la si volesse andare a leggere tra le righe. Anche perché Governo e sindacati continuano ad avere posizioni molto distanti e troppo spesso i vari procedimenti legislativi rischiano di soffocare il dibattito parlamentare. Senza duddio, però, nel momento in cui sarà necessario porre la fiducia alla Legge di bilancio 2022, molto probabilmente si dovrà parlare anche della riforma delle pensioni. Non importa che questa sia stata fatta bene o male.

A finire sul banco degli imputati in questi mesi c'è Quota 100, una misura fortemente voluta dalla Lega, che come molti ben ricorderanno permette ai lavoratori di andare in pensione a 62 anni con  38 di contributi. Quota 100, però, è destinata a concludersi alla fine del 2021: nel caso in cui non dovessero intervenire delle novità normative dell'ultimo momento, al 1° gennaio 2022 ci sarà un odioso scalone di cinque anni. Si potrà andare in pensione nel momento in cui si saranno raggiunti 67 anni di età o quando si saranno maturati 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, un anno di meno per le lavoratrici donne.

Movimento 5 Stelle e Lega hanno deciso di non deporre le armi e hanno intenzione di continuare a sostenere l'importanza di Quota 100 anche per il futuro. Consapevoli di dover comunque cedere qualcosa, i due partiti politici hanno intenzione di mantenere ferma la possiblità di andare in pensione a 62 anni. Una delle ipotesi che potrebbe essere accolta è quella lanciata da Pasquale Tridico, presidente Inps, che prevederebbe il pensionamento anticipato in due tranche.

La proposta messa nero su bianco da Tridico prevede che la pensione sia liquidata al raggiungimento dei 63 anni - anche se l'idea dei 62 anni non è stata disdegnata - per la sola parte contributiva. Il resto della pensione verrebbe erogata al raggiungimento dei 67 anni. Questo permetterebbe al lavoratore di continuare a lavorare, nel caso in cui lo volesse. L'intento di questa misura sarebbe, eventualmente, quello di non far aumentare l'età della pensione, ma non penalizzare troppo i lavoratori di fronte allo scalino di fine anno.

In questo articolo faccio il punto della situazione sulle tasse per quanti siano in pensione: Riforma pensioni 2021: Draghi esonera dalle tasse! Ecco come.

A dire il vero la posizione del Governo sembrerebbe leggermenre più intransigente. Anche perché è necessario stare attenti a quelle che sono le esigenze di bilancio. La Corte dei Conti, infatti, ha già provveduto a mettere in evidenza che Quota 100 costerebbe troppo. Il problema, però, è che le alternative al pensionamento anticipato, di cui si è parlato fino a questo momento, non riuscirebbero a risolvere il problema in nessun modo.

Sarebbe inutile, infatti, parlare di Quota 41, ritenuta fin troppo costosa: l'ipotesi di spesa, in questo casa, partirebbe da 4,3 miliardi di euro nel 2022 e si arriverebbe a toccare la cifra di 9,2 miliardi di euro a fine decennio. Stiamo parlando di una cifra pari allo 0,4% del Pil, impossibile da sostenere. Risulterebbe al momento troppo oneroso pensare di mandare in pensione i lavoratori a 64 anni con 36 di contributi, senza che vengano penalizzati gli assegni.

A guardare con una certa obiettività quello che potrebbe essere il futuro delle nostre pensioni e dei lavoratori, è possibile dire semplicemente che il lavoro da fare è ancora molto. Sono molte le preoccupazioni che arrivano dal mondo dei sindacati e dallla stessa Lega, che ricordiamo fa parte della maggioranza di Governo, sul futuro delle pensioni. Si teme, ovviamente, per il dopo Quota 100.