Pnrr: sanità ultima, ecologia prima. E Speranza tace

Il Pnrr destina il minimo delle risorse alla Salute

Di Giuseppe Vatinno
Roberto Speranza (Lapresse)
Politica
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Il tutto con la pandemia ancora in atto

 

I dati del famoso PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono questi:

Totale investimenti: 221,5 miliardi di euro

di cui:

Fondi UE del Recovery: 191,5 miliardi di euro e Fondo europeo complementare nazionale: 30 miliardi di euro

 

Così ripartiti:

Rivoluzione verde e transizione ecologica: 57 miliardi di euro (30%)

Digitalizzazione: 42,5 miliardi di euro (22%)

Istruzione e ricerca: 31,9 miliardi di euro (17%)

Infrastrutture 25,3 miliardi di euro (13%)

Inclusione e coesione: 19,1 miliardi di euro (10%)

Salute: 15, 6 miliardi di euro (8%)

 

Al primo posto, con il 30% delle risorse, c’è l’Ambiente mentre all’ultimo la Sanità con solo l’8%.

Un dato strano, eclatante, di cui però, stranamente, nessuno parla. Infatti uno si aspetta che con una pandemia di queste dimensioni la parte del leone la facesse proprio la Sanità, invece niente, come si vede è mestamente ultima. Eppure l’Italia ha pochi posti letto in terapia intensiva (rispetto a Paesi simili), che è un parametro statistico assolutamente rilevante per capire quanto sia evoluta una nazione.

Il Robert Koch Institute nel 2020 (anno di riferimento) dava l’Italia al quindicesimo posto nel mondo con un misero 8,6 posti per 100.000 abitanti, contro la prima Germania che ne aveva invece 33.9. Siamo preceduti da Austria, Francia, UK, Svizzera, Polonia, Ungheria, Corea Australia, Belgio, Stati Uniti, tanto per fare qualche esempio.

E che ti fa il governo italiano? Aumenta la dotazione di posti letto, vaccini, farmaci antivirali Certamente no. Da bravi italiani abbiamo devoluto quasi tutto ad altro, lasciando alla Sanità solo le briciole. E se l’Ambiente e la transizione ecologica è una spesa importante, non si capisce come digitalizzazione (secondo posto), inclusione e coesione (quinto posto) possano cubare più della Sanità. Un vero mistero.

Mistero che però può essere diradato se si fa una considerazione, perché, come diceva Giulio Andreotti, a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre. Partiamo da una considerazione. Già i servizi segreti hanno prodotto un rapporto sul pericolo che nel PNRR si inserisca la malavita organizzata. In verità non c’era bisogno di scomodarli, ci arriva qualsiasi persona dotata di un minimo di raziocinio e lo ha detto anche il premier Draghi. Ed allora avanziamo una ipotesi.

Non è per caso che la Sanità, che è regionalizzata, è più difficile da infiltrare da faccendieri ed affini, rispetto alla Transizione ecologica che invece dipende da un solo ministero? Già in passato la criminalità si è infiltrata nei fondi per le rinnovabili, soprattutto a sud e sono fioccate indagini ed arresti, tutt’ora in corso. Il ministro competente, Roberto Speranza, a domande precise ha sempre fatto spallucce. Ma è possibile che non si sia mai pronunciato sul perché il suo dicastero sia all’ultimo posto della ripartizione nazionale? Non ha sentito il bisogno di difendere lo sviluppo del suo ministero? E visto che siamo in campagna elettorale, i partiti hanno qualcosa da dire in proposito? Ad esempio, nel programma presentato ieri da Enrico Letta non c’è nessuno riferimento ad un aumento dei posti letto in terapia intensiva.