La politica vive di sondaggi ma sono le aziende che studiano i cittadini. Buttaroni: “Il Paese è bloccato”

“Siamo tutti sondaggiati”. Il presidente di Tecnè spiega cosa chiedono di sapere partiti, leader e le imprese dei cittadini. Le domande e le tecniche

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La politica vive di sondaggi ma sono le aziende che studiano i cittadini. Buttaroni: “Il Paese è bloccato”

La politica vive di sondaggi ma i sondaggisti non vivono certo di politica. Ma quanto costa un sondaggio politico, soprattutto in un periodo in cui gli schieramenti hanno trend che si differenziano di pochi decimali da una settimana all'altra e da un mese all'altro? E ancora: quanto investono le imprese per conoscere gli scenari economici che influenzano la vita delle imprese?

Quesiti che affaritaliani.it ha posto a Carlo Buttaroni, sociologo e politologo, presidente dell’istituto di ricerca Tecnè Italia e co-fondatore di Techne Uk.

Buttaroni, quanto fattura Tekné con i sondaggi? E quanto “pesa” la politica?

“Il bilancio dovremmo chiuderlo intorno a 5 milioni di euro, e i sondaggi politici generano tra il 5 e il 10% del fatturato”.

Vediamo di capire come invece spende la politica per sondare l'elettorato...

“Dipende dal tipo, dal campione dal tempo di osservazione e da cosa vogliono sapere. Il costo oscilla tra i 6 e i 10 euro a persona su una popolazione over 18. Poi c'è la variabile del campione intervistato. Mi spiego meglio: se è un panel, cioè il gruppo che viene pre- reclutato prima, oppure si tratta di gruppi di persone che vengono intervistate a rotazione dei quali sappiamo tutto: dal titolo di studio, alla professione. Da un punto di vista scientifico i sondaggi più affidabili sono quelli realizzati con i campioni di tipo probabilistico, dove si crea un'urna virtuale e si estrae a caso. Sono più affidabili perché è possibile misurare il margine di errore”.

I sondaggi sono ancora realizzati con interviste telefoniche?

“Si lavora su tecniche miste, c'è una quota importante di popolazione che usa la tecnologia in modo naif, gli anziani solo al telefono e ora anche il mobile. Online, invece, viene utilizzato un cocktail. I panel, ad esempio, sono quasi tutti online; i probabilistici lavorano sulle urne virtuali con mail online, telefoni mobili e fissi”.

Ma le tabelle che pubblicano i quotidiani e le tv che riducono i voti degli italiani a percentuali e oscillazioni è tutto quello che vogliono sapere i politici?

“C'è molta mitologia sui sondaggi politici perché ciò che si vede sono sintesi, sono prodotti editoriali, semplificati per il grande pubblico ma se il cliente vuole scendere nel dettaglio, il voto diventa l'ultima cosa”.

Oltre i numeretti cosa chiedono?

“Se mi chiedono ad esempio “il potenziale di crescita” ho bisogno di somministrare almeno 10 domande in più e se poi vogliono indagare meglio, bisogna passare ad almeno 100 domande. Un buon committente che vuole sapere dettagli, spesso ci commissiona almeno 70 domande”.

Dottor Buttaroni, visto la bassa percentuale di fatturato che genera la politica nella sua azienda, come mai continuate a farli?

“Intanto perché i clienti sono tutti uguali e poi sono un vettore di promozione”.

Quindi arrivano le aziende, chiaro. E cosa chiede invece il mercato consumer?

“Dipende dal tipo: ad esempio il sentimento intorno a un settore produttivo, il mercato come si compone, le propensioni all'acquisto, gli scenari economici nel breve e medio periodo. E poi se aumenta l'inflazione e che tipo di effetti ha e su quali settori. Poi c'è l'immobiliare, la propensione al risparmio. Così la politica chiede di sapere il “mercato elettore”, l'impresa delle costruzioni ci chiede di conoscere il suo mercato”.

Come si sono evolute le tecniche per conoscere meglio i cittadini elettori e consumatori?

“Oggi, l’analisi dell’opinione pubblica non si limita più ai sondaggi tradizionali, ma si avvale di un sistema integrato che combina dati provenienti da fonti diverse e metodologie statistiche avanzate. L’innovazione risiede nella capacità di integrare indagini dirette, grandi banche dati e modelli predittivi avanzati, offrendo un quadro dettagliato e dinamico del comportamento collettivo. Un esempio significativo di questa evoluzione è il modello sviluppato da Tecnè, che combina Geographical Information Systems (GIS), ampi database demografici e comportamentali, sondaggi diretti e sofisticati modelli matematici ispirati al concetto di equilibrio strategico del Premio Nobel per l’Economia, John Nash. Diversamente dai sondaggi tradizionali, che offrono una visione più generale basata su campioni limitati, queste nuove metodologie permettono di ottenere stime granulari, individuando variazioni significative tra territori e gruppi sociali, con implicazioni decisive per la politica, la comunicazione e il marketing strategico".

Che paese è l'Italia politica letta dal sondaggista?

“Il Paese da un punto di vista elettorale è fermo e si nuove solo su periodi lunghi. Siamo lontani dal periodo elettorale dove ci sono stimoli forti. La geopolitica, le guerre i dazi non si traducono in reazioni politiche interne. In più siamo in una fase di debolezza dei partiti e il ruolo dei leader è più forte e viene visto con maggiore attenzione”.

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