Ponte sullo stretto, ministro Giovannini: "Ragioni profonde per realizzarlo"

Politica
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"Esistono profonde ragione per la realizzazione di un collegamento stabile", ovvero di un ponte sull Stretto di Messina, fra la Sicilia e la terraferma. A sottolinearlo, in audizione alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera, il ministro dei Trasporti e della Mobilita' sostenibile, Enrico Giovannini. La realizzazione, tuttavia, dovra' essere definita "al termine di un processo decisionale che preveda inizialmente la redazione di un progetto di fattibilita' di confrontare diverse soluzioni alternative". 

Guardando ai fabbisogni di mobilita' dell'area, a partire da quelli pre-Covid, ha spiegato ancora Giovannini, "ne e' risultato che i traffici dello Stretto di Messina sono rilevanti rispetto alla scala nazionale". Nell'area transitano 11 milioni di passeggeri l'anno, 800mila veicoli pesanti l'anno e 1,8 milioni di veicoli leggeri l'anno, ha sottolineato il ministro.

Ponte sullo stretto, Giovannini: "Studio di fattibilità entro 2022"

La prima fase del progetto di stabilita' di un ponte sullo Stretto di Messina, che confronti l'ipotesi a 1 e l'ipotesi a 3 campate, "potrebbe concludersi entro la primavera del 2022", cosi' da poter avviare un dibattito pubblico e pervenire "a una scelta condivisa". A sottolinearlo, in audizione alle commissioni Trasporti e Ambiente alla Camera, il ministro dei Trasporti e della Mobilita' sostenibile, Enrico Giovannini. Per realizzare il progetto di fattibilita' tecnica ed economica e' "disponibile un finanziamento da 50 milioni" stanziato con la legge di bilancio e sarebbe opportuno "prevedere l'istituzione di un gruppo di lavoro dedicato a supportare e coordinare l'intero processo".

Ponte sullo stretto, Giovannini: "Utile usare solo il finanziamento pubblico: 510 milioni entro il 2050"

 Per realizzare eventualmente un collegamento stabile che attraversi lo Stretto di Messina sarebbe "piu' efficiente" usare solo il finanziamento pubblico. A sottolinearlo, in audizione alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera, il ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, relazionando sulle risultanze del gruppo di lavoro su questo fronte. Il gruppo di lavor incaricato di valutare un sistema attraversamento stabile dello Stretto, ha detto, "ritiene sia piu' efficiente finanziare il sistema di attraversamento interamente e in modo trasparente a carico della finanza pubblica, anche in relazione ai benefici diffusi che l'opera avrebbe sull'intero Paese".

 Al di la' dell'eventualita' di costruire o meno un ponte che attraversi lo Streteto di Messina, nell'area ci sono "serie di criticita'" che vanno risolte" e su questo fronte "il governo ha gia' pianificato per ridurre gli eccessivi tempi di percorrenza". A evidenziarlo il ministro dei Trasporti e della mobilita' sostenibile, Enrico Giovannini. "Sono previsti 510 milioni per un programma che dovrebbe essere completato nel 2025", ha aggiunto, citando fra gli interventi la riqualificazione del naviglio per trasbordo ferroviario, l'ibridizzazione di tutta la flotta e il rinnovo del materiale rotabile ferroviario. Fra gli altri progetti la riqualificazione del naviglio veloce passeggeri e quella delle stazioni ferroviarie di Messina, Reggio Calabria e Villa S. Giovanni. 

Giovannini ha precisato come l'ipotesi di usare un "progetto di finanza" vada valutato "da un organo specifico" ma ha ribadito che "cio' che la commissione segnala e' che il progetto precedente andrebbe comunque adeguato anche perche' in 10 anni la situazione, anche dei costi, e' certamente cambiata". Il gruppo di lavoro sul Ponte, ha aggiunto il titolare del Mims, "suggerisce un investimento ancora piu' forte da parte del settore pubblico".

Gli esperti "hanno ritenuto che il costo dell'opera sia cosi' ingente anche perche' il costo per la gestione e la manutenzione imporrebbe canoni elevati che finirebbero sul costo della finanza pubblica", ha precisato Giovannini, che si e' poi soffermato sul perche' l'opera non sia stata inserita nel Recovery a differenza di altre.

"Il principio in base al quale e' stato possibile inserire questi progetti nel Pnrr e' quello dei lotti funzionali, cioe' della necessita' che l'intervento entri in funzione entro il 2026", ha ricordato. Altro punto e' quello del 'non significant harm', che con l'attuale relazione Via sul tema del ponte avrebbe reso impossibile proporne la valutazione alla Commissione Europea.

"Questo vale per l'attraversamento stabile ma anche per altri progetti non inseriti ne' nel Pnrr ne' nel fondo complamentare, come il completamento dell'alta velocita' Salerno-Reggio Calabria che e' in scostamento di bilancio", ha concluso Giovannini. 

Ponte Stretto: Giovannini, studio fattibilita' a Italfer

Il governo intende affidare il nuovo studio di fattibilita' sul Ponte sullo Stretto di Messina a Italfer, societa' del gruppo FS, perche' sia completato entro la fine della primavera 2022. A indicarlo, in audizione alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera, il ministro delle Infrastrutture e della mobilita' sostenibile, Enrico Giovannini, secondo cui i lavori potrebbero "chiudersi entro giugno 2022".

Lo studio di fattibilita', ha aggiunto, e' "la soluzione pu' adeguata per prendere una decisione che tutti noi aspichiamo". La relazione del gruppo di lavoro presentata oggi "ha indicato chiaramente il contenuto dello studio, sia per il Ponte a campata unica - dove ci sono molte analisi effettuate e possono essere recuperate - sia a piu' campate. La nostra intenzione e' di procedere a un affidamento a Italferr, parte del gruppo Fs, che consentirebbe di ridurre i tempi".

"Possiamo fare valutazione per restringere ulteriormente questi tempi, ma il tema e' complesso", ha detto, indicando che comunque questa scadenza consentirebbe "di indicare nella legge di Bilancio 2003 le decisioni che il Parlamento potra' poi prendere".