Premierato, Iezzi (Lega) nega le tensioni con FdI: "Assolutamente favorevoli"
Il deputato del Carroccio Igor Iezzi promuove senza dubbi la riforma sul premierato: "Si rimetta il popolo al centro delle decisioni importanti". L'intervista
Premierato, Iezzi (Lega) nega le tensioni con FdI: "Assolutamente favorevoli"
Giorgia Meloni torna nuovamente ad accelerare sul premierato. Le opposizioni sono già sul piede di guerra. Ma la premier deve anche garantirsi il supporto degli alleati della Lega. Già "scottati" nel recente passato dalla mancata approvazione del terzo mandato per i governatori regionali. Ma che ora mettono sul piatto della bilancia un altro cavallo di battaglia: l'autonomia. Le cronache politiche parlano di "tensioni" e di "fragile tregua" tra gli alleati. Le opposizioni, più apertamente, di "scambio". Ma dal deputato del Carroccio Igor Iezzi sembra giungere una piena apertura alla riforma tanto cara a Meloni: "Siamo assolutamente favorevoli, si rimetta il popolo al centro delle decisioni importanti". L'intervista
Il premierato: la riforma costituzionale più discussa della storia repubblicana. Cosa ne pensa?
Purtroppo non è la più discussa della storia repubblicana perché nel nostro Paese ogni volta che si tenta di modificare la Costituzione ci sono polemiche incredibili sembra che ci sia l’immodificabilità della stessa e le forze che difendono lo status quo sono sempre pronte a protestare. Scendendo nel particolare io su questo sono assolutamente favorevole nel senso che riteniamo che sia necessario rimettere il popolo, i cittadini al centro delle decisioni importanti. Credo che la cosa più importante sia decidere sul proprio governo e credo che il Premierato sia lo strumento migliore per permettere ai cittadini di decidere da chi essere governati senza lasciare questa decisione in mano ai partiti nelle segrete stanze di Roma. Da questo punto di vista noi siamo assolutamente favorevoli tenendo presente che questa è già una forma di mediazione in quanto noi eravamo favorevoli a forme di presidenzialismo di semipresidenzialismo. Abbiamo portato avanti il premierato esclusivamente per andare incontro alle richieste dell’opposizione, forse questo è stato un errore però si è fatto un importante tentativo di cercare una forma di dialogo.
Per lungo tempo Salvini è parso legare il destino della riforma sul premierato a quella sul terzo mandato per i governatori regionali, che non ha trovato tuttavia sostegno in Fratelli d'Italia. Con che spirito oggi la Lega si appresta a votare per il premierato?
In realtà Salvini non ha mai tenuto una posizione di questo tipo. Ovviamente siamo i promotori dell’autonomia e siamo favorevoli al terzo mandato, è una battaglia che abbiamo fatto e che faremo anche in futuro se ci fossero le condizioni ma ad oggi purtroppo dobbiamo prendere atto che non persistono. In politica bisogna prendere atto dei numeri: non c’è una maggioranza su questo tema quindi inutile continuare a presentare un testo sul terzo mandato per vederselo bocciare. Se poi dovessimo comprendere e capire che cambiano le condizioni all’interno della maggioranza, e magari anche all’interno dell’opposizione con un cambiamento di linea da parte del Partito democratico, allora potremmo portarlo avanti. Ma non abbiamo mai legato le due situazioni. Non è che si approva il premierato perché viene approvato il terzo mandato. Noi continuiamo a essere favorevoli alla misura
Quali sono secondo lei i vantaggi e gli svantaggi del premierato?
In termini di vantaggi credo che questo porterà ad avere anche governi più stabili che è una delle mancanze del nostro Paese. Gli imprenditori hanno la necessità, se vogliono investire in un Paese, di avere una stabilità da quel punto di vista. Il timore che un governo cambi ogni sei mesi, come è successo negli anni passati, non porta certo ad attrarre di investimenti. Per quanto riguarda gli svantaggi secondo me bisogna porre l’attenzione sul ruolo del Parlamento. Spesso ho sentito parlare, anche da Renzi ma non solo, del premierato come una sorta di "sindaco d’Italia". E va benissimo, perché l’esperienza dei sindaci funziona. Bisogna però stare attenti a non trasformare il Parlamento in un Consiglio Ccomunale perché - ahimè - quest’ultimo non ha una grande capacità di incidere sulle scelte di un’amministrazione