Primarie Pd: anche Benifei sostiene Bonaccini, nervi tesi sul voto online

Cresce il consenso interno nei confronti del Presidente emiliano, ma senza una seria riflessione politica sarà difficile rilanciare un partito sotto choc

Di Lorenzo Zacchetti
Politica

Il Pd e l'estinzione dell'opossum


La querelle in casa Pd è finita esattamente come anticipato da affaritaliani.it, ovvero con un accordicchio dell'ultimissima ora che ha evitato una troppo plateale spaccatura in direzione. La proposta di Schlein sul voto online è stata sostanzialmente respinta, col contentino delle eccezioni per chi ha problemi vari e che tuttavia deve illustrarli entro 15 giorni dal voto. Ovvero subito, perchè, come vi avevamo detto, le primarie si svolgeranno il 26 febbraio. Non ne è uscita troppo contenta lei, ma nemmeno De Micheli, che non ha partecipato in segno di protesta. E, trattandosi di una candidata alla segreteria, non è certo un dettaglio.

Il successore di Letta sarà quindi scelto due settimane dopo il voto alle regionali in Lazio e Lombardia, due partite di estrema difficoltà. Tra i sostenitori di D'Amato prevale lo sconforto, dopo il definitivo rifiuto del M5S a un accordo contro un avversario (Rocca) non imbattibile, ma che gioca in una squadra decisamente più coesa. Quelli di Majorino contano invece sul voto disgiunto per provare a giocare un brutto scherzo al favorito Fontana: Moratti è molto indietro in tutti i sondaggi e i suoi potenziali elettori potrebbero optare per il “voto utile”, che difficilmente andrebbe al centrodestra, visto che questa candidatura nasce proprio da una rottura in seno all'attuale maggioranza. D'altra parte, la fregola con la quale a Milano si discute di questioni divisive proprio in campagna elettorale (dalla demolizione di San Siro al limite di 30 km/h, passando per il pagamento della sosta esteso ai residenti e persino per l'ipotesi di privatizzazione della M4), sta creando qualche malumore. Davvero non si poteva aspettare un momento migliore? E' in programma l'armageddon e nessuno lo sa?

Il clamoroso sondaggio di affaritaliani.it che evidenzia le critiche al governo Meloni sul caro-benzina rimescola un po' le carte in tavola e bisognerà vedere se nell'ultimo mese la campagna elettorale del centrodestra in Lombardia punterà più sull'immagine della Premier o su quella di Fontana che mira a un secondo mandato. In ogni caso, l'esito delle regionali – entrambe - rappresenta un'altra incognita in un percorso politico piuttosto accidentato. 

Per quanto del merito delle proposte si possa discutere (ormai online facciamo tutto), è lunare che si sia arrivati solo ora a parlare delle regole di un congresso atteso fin dal 25 settembre.

CONGRESSO E PRIMARIE PD: LEGGI IL REGOLAMENTO UFFICIALE

Abbiamo più volte pungolato il Pd a reagire alla disfatta elettorale aprendo una riflessione politica, invece che insistere sulla tanatosi, la tecnica dell'opossum che si finge morto per ingannare i predatori. Invece che offendersi, i dirigenti Dem avrebbero potuto fare qualcosa di concreto per dare un senso all'aggettivo “costituente”, appiccato a forza al termine “congresso”. Dove sta la differenza con un congresso ordinario? Qualcuno ha sentito parlare di piattaforme programmatiche, se non proprio di quella “rivoluzione” che anche i sassi capiscono essere necessaria per rilanciare un partito tuttora sotto choc? Il paragone con i socialisti francesi lo hanno fatto già in molti ed è opinione largamente condivisa che, proseguendo su questa strada, l'opossum di cui sopra rischi l'estinzione.

In contrasto con l'ostinato silenzio dietro il quale si sono trincerati tutti i capicorrente, sia sui temi interni al Pd che sulle mosse del governo, prosegue con vivacità il risiko dei riposizionamenti. Benifei ha sciolto la riserva, ufficializzando quel sostegno a Bonaccini che peraltro era anch'esso stato ampiamente anticipato dal nostro giornale. Nella squadra del Presidente dell'Emilia-Romagna restano ormai solo posti in piedi, visto che ormai gli schieramenti si vanno consolidando. C'è anche chi, come Rosy Bindi e Vasco Errani, fondatori dell'associazione “Idee per la sinistra”, ha annunciato di non voler scegliere tra i candidati in corsa. Al Nazareno ci si augura che non troppi elettori seguano il loro esempio: una partecipazione troppo bassa sarebbe l'ennesimo colpo a un'immagine già piuttosto offuscata.

 

 


 
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