Puglia, i consiglieri si assegnano un'indennità di fine rapporto. Scandalo

La lettera aperta al governatore Emiliano e a Capone (presidente Consiglio Regionale) di 40 sigle sindacali: "Schiaffo alla povertà. Una vergogna"

di redazione politica
Michele Emiliano
Politica

Puglia, la casta e quell'indennità di fine mandato. Scoppia la bufera

Esplode un nuovo caso nel Consiglio Regionale della Puglia. La decisione di reintrodurre, in modo retroattivo, il trattamento di fine mandato per i consiglieri non è affatto piaciuta a quaranta sigle del mondo del lavoro che hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Michele Emiliano e al capo del Consiglio Regionale Loredana Capone. Si tratta - riporta Il Quotidiano di Puglia - di marchi del mondo dell'impresa, della cittadinanza attiva, del volontariato, dell'impegno civile e politico, del sindacato studentesco. L'invito rivolto ai dirigenti è quello di attivarsi immediatamente per modificare questa norma. "Evitate di adottare un provvedimento - riporta la lettera - che aumenterebbe la distanza delle istituzioni dai cittadini e dalle cittadine e la diffidenza nei confronti di chi ha l'onore e l'onere di rappresentare tutti i pugliesi. Sarà un vantaggio per tutti, per la nostra democrazia". Un appello aperto alla sottoscrizione di altre sigle di rappresentanza sociale e politica così come a personalità del mondo della politica e della cultura.

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"Ci rivolgiamo - prosegue la lettera e lo riporta il Quotidiano di Puglia - a voi, rappresentanti di tutti i cittadini e tutte le cittadine pugliesi. Siamo certi che siete preoccupati quanto noi della crescente distanza delle istituzioni politiche dalle persone, della diffusa disaffezione dall'idea che chi partecipa alla gestione della cosa pubblica, a ogni livello, sia effettivamente impegnato a tutelare il bene comune. L'astensione dal voto ha raggiunto percentuali che testimoniano un grave deficit di partecipazione e legittimazione democratica. Ne siamo e ne siete consapevoli".

"Inoltre - continua la lettera aperta - il nostro Paese e ancor di più la nostra regione vivono momenti difficili. Il Mezzogiorno suo malgrado presenta gap economici e sociali con il resto del Paese e delle regioni europee tale da aver fatto destinare all'Italia la fetta più grande delle risorse del piano comunitario Next Generation EU, necessarie proprio a colmare quei divari di sviluppo, servizi, opportunità, qualità della vita. Dobbiamo fare i conti con le sfide delle transizioni energetiche, ambientali, per migliorare il sistema produttivo e l'offerta di lavoro contro il rischio dell'autonomia differenziata. In Puglia secondo l'Istat il 27,5 per cento delle famiglie vive una condizione di povertà relativa, ed è altissimo è il numero delle crisi produttive".

“Con tutti i problemi che ha la Puglia, la priorità del consiglio regionale non può essere il TFM. Auspico che la proposta di legge venga bocciata dall’aula martedì e si metta finalmente la parola fine a una questione che ha portato via fin troppo tempo ed energie”. Lo dichiara la consigliera del M5S Antonella Laricchia

“Non si può provare ciclicamente a reintrodurre il Trattamento di Fine Mandato - continua Laricchia - sperando che prima o poi il tentativo vada a buon fine. I cittadini sono stanchi di questo modo di fare. Per la prima volta si sono messe insieme oltre 40 sigle appartenenti a diversi mondi, dai sindacati a Confindustria, dal volontariato a Confesercenti fino alle associazioni studentesche, che hanno dato vita a un appello per chiedere che non sia approvata la reintroduzione del TFM, che contribuirebbe ad aumentare la distanza tra i cittadini e la politica. Non si può ignorare una mobilitazione trasversale di questa portata e andare avanti contro la volontà dei pugliesi. Sarebbe l’ennesimo schiaffo per i cittadini dopo il recente ripristino dei vitalizi. Tutto questo è inaccettabile”. 

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