Puglia, indennità fine rapporto ai consiglieri: lo scandalo imbarazza Pd e M5s
La proposta, appoggiata dai fedeli del governatore Michele Emiliano, costerebbe 4,3 milioni di euro e coprirebbe dodici anni
Puglia, lo scandalo dell'indennità di fine rapporto ai consiglieri ora imbarazza Pd e M5s
Non è bastata la lettera aperta al governatore Michele Emiliano di oltre 40 sigle sindacali per fermare la scellerata proposta di un “trattamento di fine mandato”, ovvero l’indennità di chiusura del rapporto per gli eletti e gli assessori, dal 2013 (la norma, per come è passata in commissione Bilancio, ha effetto retroattivo) fino al 2025 ovvero fino alla fine di questa legislatura.
In sprezzo alla diligenza e all’opportunità di una simile misura, infatti, nella seduta del Consiglio regionale di martedì prossimo si dovrebbe (il condizionale, per il momento, è d’obbligo) affrontare proprio la questione del via libera del trattamento.
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E non si tratterebbe di spiccioli ma, come si legge nella relazione allegata alla proposta di legge- riporta la Gazzetta del Mezzogiorno -, di stanziamenti pari a 3,7 milioni per il periodo 2013-2023 e di 310mila euro ciascuno per il 2024 e il 2025: in totale 4,3 milioni da recuperare per staccare assegni da 35mila euro ciascuno per gli eletti e gli assessori dell’attuale legislatura, di quella precedente (la X, 2015-2020) e di parte di quella ancora precedente (la IX, 2013-2015), circa 125 in totale.
Cosa accadrà in aula, però, è tutto da chiarire. In primis se la proposta di legge verrà discussa oppure no; se, nel caso si discuta, il nodo retroattività passi o meno; se si voterà a scrutinio segreto e cosa faranno i partiti. E potrebbero esserci sorprese. Dal Pd che, pur essendo la prima formazione di governo e quindi presumibilmente favorevole, al momento fatica a trovare compattezza. In dissenso, per esempio, è la consigliera Debora Ciliento, che non nasconde posizioni molto critiche. "Io sono contraria – precisa – l’ho dichiarato dal primo momento e continuo a portare avanti questo discorso, perché sono convinta che non sia proprio opportuno". Il gruppo, dunque, rischia di spaccarsi.
È possibile un rinvio della discussione? Forse, anche se potrebbe mostrare un certo affanno della maggioranza. In questo senso, il presidente del gruppo di Con, Giuseppe Tupputi, serra i ranghi e tuona che "sul trattamento di fine mandato c’è stata una riunione di maggioranza, tutte le forze della coalizione hanno condiviso di portare in aula la proposta di legge e Con, come sempre, per tutte le proposte di legge di maggioranza, assicurerà il proprio voto". I civici di Michele Emiliano, insomma, fanno quadrato e lanciano un messaggio chiaro a "chi disattende un accordo", rilevando che "poi, durante la riunione successiva di maggioranza terremo conto di quello che accade" e ribadendo che "Con, come sempre, sarà leale nei confronti della maggioranza".
In casa grillina si sceglie il basso profilo, la posizione – almeno dei consiglieri interni alla maggioranza – non è semplice. La “dissidente” Antonella Laricchia taglia corto: "Con tutti i problemi che ha la Puglia, la priorità del Consiglio regionale non può essere il Tfm. Auspico che la proposta di legge venga bocciata dall’aula martedì e si metta finalmente la parola fine a una questione che ha portato via fin troppo tempo ed energie". Una questione che sta montando anche in rete con l’ex parlamentare grillino Alessandro Di Battista che, a nome dell’associazione Schierarsi, assicura il massimo sostegno al «No Tfm Day», organizzato, proprio per martedì, davanti alla sede del Consiglio regionale.