Qatar-gate, a Panzeri anche 250mila € dal Sudafrica. Svelata la maxi donazione
Avramoupolos sempre più affossato dallo scandalo della Ong, come inviato per il Golfo Persico risalgono le quotazioni di Di Maio
Qatar-gate, la cassaforte del gruppo in casa Kaili: "Avevo l'immunità"
Lo scandalo che ha travolto il parlamento europeo, denominato Qatar-gate, si allarga sempre di più e ora spuntano anche altri Paesi coinvolti, oltre al Qatar e al Marocco. A Panzeri - riporta La Verità - sarebbero arrivati anche 250mila euro dal Sudafrica. Il principale finanziatore della sua Ong, infatti, è un discusso imprenditore ed editore di Città del Capo e ha confermato in un'intervista le donazioni fatte alla "Fight Impunity". Le indagini dei pm intanto continuano e il quadro si sta sempre più delineando, anche grazie alle dichiarazioni della ex vicepresidente del parlamento Ue Eva Kaili. "Si fida più di Francesco che del suo appartamento», «penso che sia a causa della mia immunità», afferma Kaili davanti ai magistrati, parlando di Panzeri. Giorgi faceva da custode «forse anche per il suo boss attuale Andrea Cozzolino (che non risulta indagato, ndr)». Lo avrebbe fatto per «un obbligo morale» verso Panzeri, che lo aveva preso alle sue dipendenze quando era parlamentare europeo, e verso Cozzolino, che gli ha riconfermato l’incarico.
La questione Qatar-gate - riporta il Corriere - si ripercuote adesso anche sulla scelta del prossimo commissario Ue per il Golfo Persico, il favorito sembrava infatti essere Dimitris Avramopoulos, ma il suo coinvolgimento con la Ong di Panzeri e i sospetti viaggi a Doha, rilanciano le quotazioni dell’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l’altro candidato eccellente, che fra l’altro è il primo della short list selezionata dal panel incaricato di vagliare i nomi in ballo. Contro Di Maio gioca però la presa di distanza del capo della Farnesina, Antonio Tajani, il quale già all’esordio aveva messo le mani avanti, dicendo che il suo predecessore «non è il candidato di questo governo italiano» ma è stato proposto dal «governo precedente».