Qatar-gate, per la Procura il "manovratore" era Panzeri attraverso la sua Ong

Secondo l'accusa sarebbe stato lui il tramite con gli emiri. Sigilli alle stanze dell'assistente di Cozzolino (Pd)

Politica

Qatar-gate, le indagini si estendono alla rete di contatti di Panzeri

Il Qatar-gate coinvolge sempre di più l'Italia e spunta anche un pentito che starebbe collaborando con la procura. Lo scandalo dei presunti traffici illeciti di denaro per sostenere il paese che ospita i Mondiali di calcio, travolge il nostro Paese, messi i sigilli anche alle stanze dell'assistente di Andrea Cozzolino (Pd), che invitava i colleghi di S&D a votare a favore dei diritti umani in Qatar. Le accuse delle Procura belga che sta indagando sul caso si concentra sulla figura di Antonio Panzeri, considerato - si legge sul Corriere della Sera - il "manovratore". Secondo la magistratura era questa la reale funzione di Fight impunity, la Ong per la difesa dei diritti umani fondata nel 2019 da Panzeri, fungeva da "paravento". Così l'ex europarlamentare avrebbe influenzato il Parlamento europeo elargendo, attraverso la sua nobile creatura, grosse somme di denaro e regali principeschi provenienti dal Qatar. Cadeaux che avrebbe elargito a coloro che, politici o no, potevano orientare le decisioni dell’assemblea a favore del Paese del Golfo a ridosso del Mondiale di calcio, quando emergeva con evidenza che l’emirato proprio non era in prima linea nei diritti umani e dei lavoratori. E le indagini si estendono a Milano, alla rete italiana legata a Panzeri e al suo patrimonio definito «molto consistente».

Qatar-gate, il trolley pieno di soldi e la fuga del padre. Una soffiata?

Banconote fruscianti - prosegue il Corriere - tornano anche nell’arresto di Eva Kaili «causato» dal fermo precedente del padre. Quando venerdì la polizia lo ha visto lasciare in fretta e furia il lussuoso albergo nel quartiere «Europeo» di Bruxelles dove era arrivato qualche giorno prima con la moglie, è bastato un attimo agli agenti per saltargli addosso e scoprire che nel trolley che si trascinava dietro c’erano la bellezza di 600 mila euro in banconote da 50 euro. Perché aveva tanta premura? Forse sapeva che gli investigatori erano sulle tracce dei soldi accumulati dalla figlia con le tangenti, dicono a Bruxelles, ai quali si aggiungeranno i 150 mila euro trovati in banconote da 20 e 50 euro nell’abitazione della Kaili, assieme a molti regali di valore, oggetti e medaglie, ricevuti dal Qatar.

Tags:
antonio panzeriqatar gateqatar-gate