Quirinale, Fi: "Draghi al Colle? Voto". Renzi, Toti e Mastella: Margherita 2.0

Tajani stoppa l'ascesa di SuperMario al Colle e anticipa il no a Franco o altri premier. Intanto grandi manovre al centro

 antonio tajani Lapresse
Politica
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Quirinale, Tajani: "Con Draghi al Colle si va al voto"

"Draghi sarebbe uno straordinario presidente della Repubblica ma se va al Quirinale bisognerebbe votare". Lo dice il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani a Rainews. "Io credo che sarebbe meglio andare avanti per un altro anno con un governo di unità nazionale per sconfiggere il coronavirus - osserva Tajani - Draghi è l'unico in grado di tenere una coalizione eterogenea". Repubblica spiega i motivi dell'uscita di Tajani: "per lui la migliore candidatura è quella di Silvio Berlusconi, e si sapeva. Secondo: a un tavolo comune Fi potrà sì valutare soluzioni diverse, e non esprime pregiudiziali su Draghi, ma non è disposta a ragionare a quel punto su un altro nome per Palazzo Chigi e sul prosieguo della legislatura. C’è dunque il no degli azzurri a un eventuale accordo che, per garantire all’ex banchiere la sicurezza del passaggio fra i Grandi elettori, contemplasse anche l’indicazione di un successore per la guida del governo. Per intenderci: no a un esecutivo Franco o simili".

Salvini blocca Berlusconi al Colle, manovre al centro tra Renzi e Toti

Il problema è che, secondo il Fatto Quotidiano, Matteo Salvini non sarebbe a favore della candidatura di Berlusconi. In tutto questo ci si muove al centro, in particolare con Matteo Renzi e Giovanni Toti sempre più allineati. "Il Centro è un cantiere aperto, è uno scrigno che potrebbe schiudersi con il tesoro necessario al prossimo Capo dello Stato. Italia Viva e Coraggio Italia continuano a lavorare per far asse, cercando di coinvolgere anche Azione di Calenda, altri pezzi della galassia moderata e +Europa di Emma Bonino", spiega Repubblica.

Lo stesso Toti ammette al Corriere della Sera la convergenza con il leader di Italia Viva: "Ci siamo parlati, sì, e lo faremo ancora nei prossimi giorni. E ho appena mandato un messaggio a Clemente Mastella che pure ha lanciato un appello per mettere assieme i petali sparsi del centro. L’idea è quella di unire forze e partiti che hanno una storia comune, che nella prima Repubblica erano rappresentati da Dc e poi pentapartito e nella seconda dal Pdl, ma che oggi sono separati e non in grado di svolgere il loro ruolo".

Debutta il nuovo partito di Mastella, verso una Margherita 2.0

Intanto ieri ha debuttato anche il nuovo partito di Clemente Mastella, “Noi di centro”, con un invito a tutta l’area (eccetto Calenda) ad unirsi in una Margherita 2.0, scrive Repubblica. Una definizione che sembra riecheggiare nelle parole di Toti al Corriere: "Nessuno deve pensare di poter fare l’imperatore della galassia: lo fu Berlusconi per 20 anni, ma oggi non vedo altri come lui. Non serve un impero ma una repubblica federale. La seconda: questo blocco dovrà opporsi al populismo grillino e alla sinistra estrema e dialogare con la destra. Non nasciamo contro il centrodestra, ma per bilanciarlo. Conviene anche a loro non lasciare quest’area alla sinistra, credo che Salvini lo abbia capito".