Quirinale, Mattarella esclude il bis. Motivi formali: eccoli. Occhio a Casini
Verso l'elezione del presidente della Repubblica
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Si avvicinano le elezioni per il nuovo presidente della Repubblica e sono in molti, anche e soprattutto in Parlamento, a chiedersi se si arriverà davvero al bis di Sergio Mattarella al Quirinale. Chi conosce bene il Capo dello Stato assicura però che questa eventualità sia da escludere, considerando il rigido formalismo e il totale rispetto delle norme da parte dell'inquilino del Colle. Mattarella, che già valuta eccessivi sette anni per il ruolo di Presidente, non intende modificare surrettiziamente la Costituzione, cosa che di fatto avverrebbe se accettasse altri due anni al Quirinale, come fece prima di lui Giorgio Napolitano. In futuro, anche il suo successore sarebbe quasi costretto a ripetere lo schema 7+2, una sorta di consuetudine che andrebbe a cambiare la Carta.
L'altro punto chiave alla base del no al bis da parte di Mattarella è che non sta scritto da nessuna parte che dopo due anni, ovvero nel 2024, debba poi lasciare il Colle. In sostanza, se venisse rieletto sarebbe totalmente legittimato a fare tutto il secondo settennato. E quindi? L'ipotesi Mario Draghi spingerebbe l'Italia verso le elezioni politiche anticipate nel 2022 e per diventare realtà avrebbe bisogno di un'alleanza tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Non impossibile ma difficile, almeno al momento. Sempre fonti qualificate invitano a fare attenzione a Pierferdinando Casini, che non a caso sono mesi che è scomparso dai tg, dai talk show e dalle pagine dei quotidiani. Un silenzio che probabilmente cela l'aspirazione di essere eletto Capo dello Stato, anche grazie a una possibile intesa tra Renzi e Salvini di cui si parla da settimane (d'accordo anche il Pd, che lo ha portato in Parlamento nel 2018, e Berlusconi).