Quirinale: tra Berlusconi, Draghi ed Enrico Letta... rispunta lo zio Gianni!

Il fedelissimo del Cavaliere continua a lavorare dietro le quinte, cucendo rapporti che potrebbero risultare decisivi per la sua elezione

Gianni Letta Silvi Berlusconi  
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Politica
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E se il competitor più temibile di Silvio Berlusconi fosse uno dei suoi più fedeli consiglieri?

Gianni Letta, giornalista e più volte sottosegretario, a 86 anni è ancora una delle menti più lucide della politica italiana, che ama frequentare in modo riservato, ma straordinariamente efficace.

Come è noto, Berlusconi sogna di coronare la sua carriera politica con l’elezione a Presidente della Repubblica, ipotesi che ai suoi detrattori fa drizzare i capelli in testa, ma che è tutt’altro che peregrina: conti alla mano, al fondatore di Forza Italia mancano appena 23 voti. Un’inezia, in una partita del genere.

Il Cav ci lavora da tempo, con una convinzione che ha stupito persino i suoi amici, tra cui Alessandro Sallusti, il quale ha rivelato come all’inizio la considerasse una mera utopia, salvo poi ricredersi, visto che la matematica non è un’opinione. Berlusconi c’è davvero vicino, ma nel suo progetto c’è un punto debole: la sua candidatura è stata esplicitata con un forte anticipo e l’esperienza insegna che in questo bizzarro conclave laico chi entra Papa esce cardinale.

Un tempo leader della coalizione del centrodestra e poi scivolato a terza forza del gruppo, Berlusconi è tornato in auge di recente, un po’ perché Forza Italia è stata l’unico partito del rassemblement a portare a casa qualche vittoria nell’ultima disastrosa tornata elettorale, ma anche perché la politica costa e le ambizioni di Giorgia Meloni e Matteo Salvini devono necessariamente appoggiarsi sui mezzi economici dell’ex Presidente del Consiglio.

Se gli altri partiti continuano a ripetere che la candidatura di Berlusconi è molto prestigiosa, curiosamente è dall’interno di Forza Italia che si alzano le voci critiche, cosa non frequentissima. I ministri forzisti Mariastella Gelmini, Renato Brunetta e Mara Carfagna rappresentano l’ala “governista” e centrista del partito, che non vede di buon occhio il rapporto con le forze sovraniste. Il loro punto di riferimento è proprio Gianni Letta, che è appunto lo storico consigliere di Berlusconi, nonché un buon amico di Mario Draghi, col quale ha (ottimi) rapporti quotidiani.

E proprio Letta senior potrebbe rappresentare il punto di caduta delle ambizioni politiche di Berlusconi, se quelle personali dovessero infrangersi contro una realtà fatta di tanti oppositori della sua candidatura. Salire al Colle sarebbe un successo clamoroso, ma piazzarci il proprio braccio destro non sarebbe certo una sconfitta. Avere un solo piano, in partite così complesse, sarebbe un errore non degno di vecchie volpi della politica.

Un esito del genere blinderebbe anche la leadership di Draghi, che potrebbe tranquillamente andare oltre il 2023, permettendo al centrodestra di interrompere lo strapotere storico delle forze progressiste nella scelta del Capo dello Stato.

Ma per il Pd sarebbe davvero una debacle? Forse un po' meno per il segretario Enrico Letta, suo nipote, che convergendo sul candidato forzista potrebbe limitare i danni di una sconfitta altrimenti netta. E la mossa gli consentirebbe di benedire la salita al Colle dello zio, che, si mormora, ne avrebbe appoggiato la sua elezione alla Camera, non rimanendo con le mani in mano in occasione delle recenti suppletive senesi. Affetto familiare o freddo calcolo politico? Il processo alle intenzioni lascia il tempo che trova, ma il risultato di questa partita potrebbe essere decisivo per l’esito di questa appassionante corsa al Quirinale.