Quirinale, tre voti nulli e poi Draghi o Casini. Giovedì il giorno decisivo
I partiti chiedono all'Ex Bce di venire allo scoperto. Per la sua elezione al Colle servono garanzie sul governo
Quirinale, sfida Draghi-Casini. Ma servono garanzie per il governo
Il giorno è arrivato, ma i partiti si sono fatti trovare impreparati. Per il nuovo presidente della Repubblica non c'è un nome condiviso, ognuno va per la sua strada e con ogni probabilità le prime tre votazioni andranno nulle. La prima è in programma oggi alle 15, ma si preannuncia un trionfo delle schede bianche. Il vero appuntamento - si legge sul Corriere della Sera - è tra la Quarta e la Settima votazione: è l’incrocio delle preferenze dove i leader politici scommettono terminerà la corsa per il Colle, con il trionfo o di Mario Draghi o di Pier Ferdinando Casini. E se sono divisi i partiti, figurarsi le coalizioni. Nel centrodestra del «dopo Berlusconi», Salvini e Meloni sono davanti a un bivio esistenziale: senza il Cavaliere a far da mastice e da ammortizzatore dell’alleanza, devono gestirsi un rapporto personale difficile e un passaggio politico che potrebbe segnare le loro sorti e quelle del rassemblement.
Ieri - prosegue il Corriere - il capo della Lega non ha bocciato Casini, ha solo specificato che "non è una proposta del centrodestra". Il fondatore dell’Udc appare sulla carta favorito rispetto all’ex presidente della Bce, alla vigilia di una corsa che mette alla prova i nervi di chi dovrà deciderla. . Tutti chiedono al premier di «intestarsi un’iniziativa politica», se vuole essere votato al Colle. Il leader di Iv Matteo Renzi lo spiega chiaro e tondo, Salvini lo fa capire quando parla di quanto sarebbe «pericoloso» se Draghi lasciasse Palazzo Chigi, mentre Letta cela la richiesta dietro una citazione sul «ruolo fondamentale del presidente del Consiglio in Italia e nel mondo».
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