Zampetti, regista del Mattarella bis. Allievo di Elia, maestro di Di Maio

Il Segretario Generale del Presidente della Repubblica è approdato a Montecitorio nel 1976

Ugo Zampetti
Politica
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Da "nemico" del M5S a formatore di Di Maio


Ugo Zampetti è stato il vero regista dell'operazione che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale. E così resta Segretario Generale del Presidente della Repubblica.

Nato a Roma il 23 dicembre del 1949, Zampetti si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza de ‘La Sapienza’, dopo aver terminato gli studi superiori. Nel 1973, all’età di 24 anni, si laurea discutendo una tesi in diritto costituzionale. In quella circostanza, il relatore di Zampetti fu Leopoldo Elia, giurista e politico di lungo corso. In seguito alla laurea, Leopoldo Elia offre all’ex-tesista la possibilità una collaborazione: sotto la guida dell’illustre giurista e politico, Zampetti approfondisce lo studio dei procedimenti legislativi.

Oltre allo studio dei procedimenti legislative, Zampetti si dedica anche alle procedure annesse alla proliferazione delle leggi, al diritto che regola il Parlamento e gli altri organi dello Stato e alle funzioni delle Pubbliche Amministrazioni italiane. Le competenze giuridiche maturate in questo contesto e le collaborazioni alle quali ha avuto occasione di lavorare permette al futuro Segretario Generale del Presidente della Repubblica di accedere a significativi incarichi istituzionali.

L’arrivo a Montecitorio di Zampetti avviene nel 1976: in questo periodo, infatti, svolge la sua prima esperienza istituzionale presso il Servizio Resoconti Parlamentari. Nel 1979, diventa membro della VII Commissione Istruzione Belle Arti. Successivamente, viene scelto come Segretario della I Commissione affari costituzionali, ruolo che ricopre dal 1982 fino al 1990. Tra il 1990 e il 1991, Ugo Zampetti dirige l’Ufficio ricerche e documentazione istituzionale del Servizio studi mentre, tra il 1991 e il 1994, guida l’Ufficio della Segreteria generale per il controllo amministrativo.

Subito dopo una breve collaborazione con l’Ufficio Programmazione e Coordinamento Legislativo, a settembre del 1995, Zampetti viene promosso a capo del Servizio Assemblea dello stesso Ufficio Programmazione e Coordinamento Legislativo.

L’11 novembre 1999, giunge l’incarico di Segretario Generale della Camera dei Deputati, ruolo mantenuto fino a dicembre 2014. In circa 14 anni, Zampetti lavora a stretto contatto con i personaggi fondamentali che hanno caratterizzato le legislature susseguitesi in seguito alla sua nomina: alcuni dei politici con i quali ha collaborato rispondo ai nomi di Luciano Violante, Per Ferdinando Casini, Fausto Bertinotti, Gianfranco Fini e Laura Boldrini. In questo ampio lasso temporale, Zampetti vara numerose iniziative volte a incrementare la coesione tra istituzioni e cittadini.

Dall'arrivo in politica del Movimento 5 Stelle, il tema riguardate gli onorari dei personaggi che animano la scena politica italiana viene dibattuto in modo sempre più pressante. A questo proposito, è stato reso noto che Ugo Zampetti, in qualità di Segretario Generale della Camera dei Deputati, ha ricevuto uno stipendio lordo annuo pari a 478.00 euro ossia circa 40.000 euro lordi al mese, ai quali veniva aggiunta mensilmente anche un’indennità pari a 662,02 euro netti.

Spulciando gli archivi dei giornali, e fermandosi ai resoconti parlamentari del 2013, si trovano tracce di una battaglia avviata contro Zampetti dal Movimento 5 Stelle, uscito però sconfitto dalla disputa.

Dal Corriere della Sera: “Il segretario generale della Camera dei Deputati Ugo Zampetti festeggerà il quattordicesimo anno di permanenza in carica con una buona notizia: l’offensiva grillina è stata respinta. Martedì il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio aveva battagliato nell’Ufficio di presidenza di Montecitorio per difendere un ordine del giorno che reintroduceva il limite di mandato di sette anni per quella nomina. Soli contro tutti, con l’unica eccezione del vicepresidente democratico Giachetti (renziano), l’avevano persino spuntata, ottenendo di poter far votare la loro proposta dall’assemblea. Ma il giorno dopo l’aula l’ha bocciata. Zampetti potrà così attendere serenamente la proroga del suo incarico oltre l’età pensionabile che raggiungerà alla fine del prossimo anno”.

Eppure, proprio Zampetti era stato colui che si era preso il compito di formare un giovanissimo vicepresidente (26 anni) della Camera che di nome faceva proprio Di Maio, completamente all’oscuro delle funzioni istituzionali che nel suo ruolo avrebbe dovuto assolvere.

La svolta quirinalizia arriva il 16 febbraio 2015, quando Zampetti viene scelto come Segretario Generale della Presidenza della Repubblica. In questo modo, ha sostituito Donato Marra, voluto da Giorgio Napolitano e rimasto in carica per 9 anni.

Nell’ambito dello svolgimento del nuovo incarico, Zampetti ha rinunciato a qualsiasi forma di compenso. Una simile scelta rappresenta una sostanziale novità nel panorama politico italiano e sembra essere volta a mandare un messaggio forte ai cittadini e a indicare la necessità di ridurre in modo significativo i compensi istituzionali.

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