Rai, la Schlein punta i piedi: "Nessuna nomina prima della riforma"

Duri anche gli esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra: "Prima la parola al Parlamento"

di redazione
Elly Schlein
Politica

Nomine Rai, la segretaria del Pd Elly Schlein punta i piedi. "Tutto fermo, prima serve la riforma"

Sulle nomine Rai arriva una brusca frenata da parte del Pd che, con la segretaria Elly Schlein, detta la linea e annuncia: "Pare che finalmente abbiamo convinto la maggioranza della necessità di procedere alla riforma della Rai, per renderla indipendente dalla politica, dai partiti, come chiede il Media Freedom Act che, comunque, deve essere attuato in fretta. Voglio chiarire che noi non siamo disponibili a nomine, lottizzazioni, rinnovi di cda che praticamente sarebbero già in scadenza prima di aver proceduto alla riforma complessiva della governance della Rai. Oggi anche i leader di maggioranza riconoscono questa necessità, mettiamoci subito al lavoro in Parlamento per fare in fretta e bene questa riforma"

Ancora più duro il leader di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli. "La maggioranza di centrodestra ritiene opportuno avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge di sistema per la Rai? Si lavori da subito per avviare la discussione in Parlamento per una riforma che recepisca le nuove disposizioni europee per la libertà dei media", spiegano Bonelli e Peppe De Cristofaro commissari della commissione di vigilanza Rai. "Alleanza Verdi e Sinistra è indisponibile a rinnovare il cda Rai senza che sia stata avviata una riforma organica della governance nella direzione del Media freedom act che entrerà in vigore nell'agosto del 2025. Si passi dalle parole ai fatti", concludono.

Nomine Rai, accordo nel Centrodestra 

In attesa di regole che tengano conto, per il sistema nel suo complesso e per il servizio pubblico, delle previsioni che dovranno entrare in vigore entro il 2025", secondo il Media Freedom Act, "riteniamo che debbano essere applicate le norme vigenti senza indugi, a tutela delle prerogative del Parlamento, del pluralismo e della funzionalità del servizio pubblico". Lo affermano i leader di centrodestra, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, in una nota congiunta sulla Rai.

 

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