Rai, salta il tetto di 240mila euro? "Falso, il limite per i manager resta"

Michele Anzaldi (Italia Viva) ad Affaritaliani.it

Di Alberto Maggi
Michele Anzaldi
Politica
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Carlo Fuortes ha dichiarato che vi è un buco di 300 milioni di euro

 

Alcuni giornali scrivono 'stop al tetto dei 240.000 euro annui per i manager della pubblica amministrazione'. E, come come scrivono alcuni, varrà anche per la Rai. Quindi i manager della tv pubblica potranno superare il tetto dei 240.000 euro? "Per fortuna non è così", spiega ad Affaritaliani.it Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della Commissione di Vigilanza Rai. "Il tetto introdotto inizialmente dal governo Mario monti per un importo di 311.000 € annuo, cifra basata sullo stipendio del primo presidente della cassazione, fu ulteriormente abbassato dal governo Renzi nel 2014 ed esteso ai manager delle società pubbliche non quotate".

"Ma già allora il tetto dopo poco tempo divenne inapplicabile, perché la Rai nel 2015, se non sbaglio, emise dei Bond e altri strumenti finanziari sia su Rai Way che su degli immobili e quindi divenne esente dall’applicazione del tetto. Fu la Rai stessa sotto la presidenza Gubitosi a deliberare di applicare il tetto spontaneamente e per contribuire allo sforzo del Paese di sanare i conti pubblici. E oggi sinceramente non mi sembra che la situazione economica sia cambiata, o meglio, se forse è cambiata in alcuni settori del paese non lo è certo per la Rai, visto che il 4 agosto in Commissione di vigilanza Rai, l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes ha dichiarato che vi è un buco di 300 milioni di euro. E se non si corre i rimedi sarà costretto a portare i libri in tribunale", conclude Anzaldi.