Referendum eutanasia, Flick: "Avremmo legalizzato le sfide mortali su Tik Tok"
L'ex presidente della Corte Costituzionale: "Le polemiche sono ingiustificate. Amato ha fatto bene a spiegare le ragioni del no"
Referendum eutanasia, Flick: "Giusto non ammettere il quesito"
La Consulta ha bocciato, tra i vari referendum proposti, anche quello sull'Eutanasia, ritenuto "inammissibile". Sull'argomento è intervenuto uno dei massimi esperti, l'ex capo della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, che ha difeso la decisione presa dagli ex colleghi giudici. "Sono polemiche ingiustificate. E bene ha fatto - spiega Flick al Corriere della Sera - il presidente Giuliano Amato a rispondere. Il primo dovere della Corte è spiegare. Poi leggeremo la motivazione. Non è stato accolto il quesito che in sostanza richiedeva di trasferire le norme sull’aiuto al suicidio all’omicidio del consenziente, attraverso la pronuncia della Corte. Ciò non è possibile con un referendum abrogativo che non può comportare aggiunte al quesito e al testo".
"Perché - prosegue Flick al Corriere - l’aiuto al suicidio è cosa diversa dall’omicidio. Anche di chi lo consenta o lo chieda. Se fosse stato accolto il quesito sarebbe rimasto punito solo l’omicidio dell’infermo di mente o del minore. Non di colui che accoglie la richiesta dell’amico: "Premi tu il grilletto perché non me la sento. O di chi lancia una sfida. Pensiamo a Tik Tok. Ci sono le sfide per gioco tra ragazzi che possono essere mortali: chi rimane più a lungo con un sacchetto di plastica in testa o su un binario di un treno. Tutto sarebbe stato legalizzato".
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