Regionali, Salvini conferma i suoi governatori. Ma l'accordo è agli sgoccioli

Cinque regioni vanno al voto e la Lega punta alla ricandidatura di Tesei e Solinas. Ma non è tutto

Di Giuseppe Vatinno
Matteo Salvini
Politica

“Lodo Salvini”: riconfermare i governatori uscenti. Agli sgoccioli l’accordo per le cinque Regioni al voto. Un test per la maggioranza

Matteo Salvini è stato chiaro: i governatori uscenti non si toccano. “Nessuna riunione e nessun accordo con Meloni e Tajani per cambiarli. La Lega sostiene che il centrodestra unito debba sostenere gli attuali governatori”, smentendo così le indiscrezioni uscite sui giornali gli scorsi giorni.

E questo è avvenuto il giorno dopo l’incontro tra il leader della Lega e il premier Giorgia Meloni, un chiarimento necessario dopo il raduno sovranista di domenica scorsa a Firenze. Finora il dibattito politico nel centro-destra era tutto catalizzato sulle prossime Europee estive ma ci sono anche altri importanti impegni elettorali come quelli delle regionali.

Abruzzo, Piemonte, Sardegna, Umbria e Basilicata vanno infatti al voto. Voci girate parlavano infatti di un bilanciamento delle candidature rispetto alle precedenti del 2019, quando però la Lega era al 31% e Fratelli d’Italia al 10%. A quanto si apprende l’accordo ci sarebbe in due regioni: in Piemonte Alberto Cirio e in Abruzzo Marco Marsilio, mentre in Umbria Lega e Forza Italia puntano alla ricandidatura di Donatella Tesei.

In Sardegna le tensioni maggiori con Fratelli d’Italia che vuole candidare il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu mentre la Lega punta di nuovo su Christian Solinas, con il fedelissimo di Salvini Andrea Crippa che così commenta: “Squadra che vince non si tocca”.

In Abruzzo si registra che Marco Marsilio (FdI) si è sempre detto disponibile e ancora non se ne è parlato a fondo. È chiaro, dunque, che la coalizione di centro-destra punta a confermarsi in Italia, come ha affermato qualche giorno fa la Meloni all’incontro romano proprio con Salvini e questo per poi ritentare la vittoria alle prossime politiche ma in mezzo ci stanno le Europee con la legge proporzionale con sbarramento al 4% che porta ogni partito a correre da solo.

Dopo tutto la coalizione di centro-destra è stata divisa nella penultima legislatura con FdI all’opposizione dell’inziale governo giallo-verde; eppure, è stata unita a livello locale e poi ha addirittura vinto le politiche. È chiaro che le Europee saranno un’occasione per valutare il peso che ogni partito ha nella coalizione e questo si rifletterà necessariamente sulle amministrative. Quello che appare certo è che Salvini non abbia alcuna intenzione di mollare sulla Sardegna perché Christian Solinas è il suo uomo di riferimento.

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